Difficile non lasciarsi catturare da Mario Party, almeno per quanto riguarda l’aspetto estetico. Come Super Mario 3D World e Mario Kart 8, il gioco appare in forma smagliante su Nintendo Wii U, coloratissimo e solido nei suoi modelli poligonali. Peccato che, rispetto ai titoli sopracitati, ci sia davvero molta meno sostanza, e non si va mai davvero oltre la nostalgia che il setting è in grado di evocare. Il problema principale del gioco sta nel fatto che Mario Party 10 è, fondamentalmente, uguale a Mario Party 9, e non introduce novità rilevanti nel gameplay. I minigiochi sono, di base, quelli a cui eravamo abituati anche negli episodi precedenti, e si tratta perlopiù di sfide platform, di giochi controllati dal movimento e di test dove bisogna riconoscere degli schemi; la maggior parte dei giochi è “tutti contro tutti”, ma ci sono delle varianti co-op gradevoli, come un gioco ispirato a Super Monkey Ball dove dovrete scuotere il Wii Remote. In generale sono divertenti, pur senza i guizzi di originalità che ci aspetteremmo da Nintendo.
L’aggiunta degli Amiibo e del GamePad è carina, ma non modifica in maniera radicale il gioco che, fondamentalmente, rimane un divertimento destinato a durare troppo poco.
A cambiare le carte in tavola dovrebbero essere gli Amiibo, in quanto Mario Party è il primo gioco che ne fa uso in maniera più rilevante, anche se ci sono delle limitazioni. Innanzitutto, non possono essere usati tutti gli Amiibo nella modalità dedicata, e i rimanenti serviranno semplicemente per guadagnare dei punti. Gli Amiibo offrono comunque un tocco interessante: a seconda del personaggio che scansionerete uscirà fuori una diversa tematizzazione del livello; per esempio, se sceglierete Mario, appariranno Goomba e funghetti lungo tutto il percorso, che vi permetteranno di far crescere il vostro personaggio e farlo camminare lungo la plancia, rubando le monete agli altri giocatori.
Il problema principale del gioco sta nel fatto che Mario Party 10 è, fondamentalmente, uguale a Mario Party 9.
La modalità Amiibo è, in realtà, molto simile ai vecchi Mario Party: vi ritroverete infatti di fronte a un tabellone molto piccolo, con l’obiettivo di catturare quante più stelle possibile nel giro di 10 turni; a ogni turno viene lanciato un dado, che decide quanto potrete spostarvi sulla plancia e, a seconda della casella in cui finirete, guadagnerete bonus o accederete a un minigioco.
Un’altra funzionalità degli Amiibo è la possibilità di raccogliere un gettone speciale lungo la plancia, che vi permetterà di ottenere monete in maniera casuale o cambiare la tematizzazione della tavola di gioco, la quale potrà essere ripartita in quattro spicchi diversi. Peccato, tuttavia, che a livello strategico ciò sia piuttosto ininfluente, dal momento che quello che cambierà è semplicemente il modo in cui sono distribuiti i power up.
Mario Party cerca l’innovazione tramite il GamePad, protagonista della Bowser Party Mode, o attivabile in modalità Amiibo se scannerizzate la figure di Bowser.
L’unico cambiamento riguarda il modo in cui si raccolgono le stelle: per ottenerne una dovrete infatti prima guadagnare 20 monete, che potrete scambiare arrivando a uno speciale quadrato-stella. Va da sé che è di importanza cruciale tanto guadagnare le stelle, tanto trovarsi nel punto giusto della mappa, motivo per cui diventano strategicamente rilevanti i tubi e i dadi speciali, che vi permetteranno di muovervi all’indietro. Emerge, in questo frangente più che mai, la preponderanza dell’elemento casuale all’interno di Mario Party 10, che frustrerà chi cerca un qualche tipo di pianificazione; al contrario, se giocato tra amici, l’elemento casuale diventa un’occasione di farsi qualche risata (o di perdere un’amicizia).
Emerge, in questo frangente più che mai, la preponderanza dell’elemento casuale all’interno di Mario Party 10, che frustrerà chi cerca un qualche tipo di pianificazione.
Oltre agli Amiibo, Mario Party cerca l’innovazione tramite il GamePad, protagonista della Bowser Party Mode, o attivabile in modalità Amiibo se scannerizzate la figure di Bowser. In queste fasi, un giocatore assume il ruolo di Bowser, e deve giocare contro gli altri quattro giocatori usando il GamePad; avrete quindi accesso a minigiochi possibili soltanto grazie al particolare controller: in uno di questi, per esempio, potrete far rotolare degli ostacoli, che i giocatori saranno costretti a saltare per evitare; in un altro gioco, dovrete inseguire i giocatori, che potranno salvarsi soltanto premendo forsennatamente i tasti. La possibilità di entrare nella parte del cattivo è interessante, e offre una nuova prospettiva al gameplay, anche se purtroppo in questa fase sarete costretti ad aspettare il turno degli altri giocatori, il che può essere davvero tedioso.
A seconda dell’Amiibo che scansionerete uscirà fuori una diversa tematizzazione del livello.
Cosa c’è allora che non va? L’aggiunta degli Amiibo e del GamePad è carina, ma non modifica in maniera radicale il gioco che, fondamentalmente, rimane un divertimento destinato a durare troppo poco. Il titolo si affida in maniera pressoché totale alla casualità, e i minigiochi non offrono un livello di profondità adeguato da essere ancora interessanti una volta che li avrete provati tutti. Una cosa è certa: i bambini lo ameranno, ma se cercate un candidato per le vostre serate in multiplayer, giochi come Mario Kart 8 e Super Smash Bros. for Wii U continuano a essere più party game persino dello stesso Mario Party.
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