Novità importanti per i videogiocatori dopo un cambiamento destinato a far discutere e anche parecchio: il ban arriva anche mentre non stai giocando.
Con i tempi che passano è inevitabile notare come ci siano dei cambiamenti importanti al modo di comportarsi delle persone. Certe volte per il meglio, certe volte per il peggio. Perché è inevitabile notare come oggigiorno finalmente sia naturale esprimersi in maniera più corretta e intelligente verso le altre persone, verso alcune fasce della popolazione o certi gruppi sociali, etnici o demografici.
Dall’altra parte però c’è chi parla di una vera e propria dittatura del perbenismo, con l’impossibilità di esprimersi sotto tanti punti di vista e in diverse occasioni su temi che non dovrebbero essere divisivi o controversi. E che, se lo sono, a maggior ragione dovrebbero permettere di muoverci con una certa libertà per poter davvero crescere e trovare dei punti di contatto tra chi la pensa diversamente.
Negli ultimi anni la necessità di creare un ambiente online sempre più sano, gentile e che impedisca comportamenti scorretti o tossici ha toccato anche il mondo dei videogiochi. E anche qui il pubblico è diviso. Alcuni sentono che censurando alcune parole e moderando le chat vocali e testuali sui grandi giochi online non fa altro che migliorare l’esperienza di gioco.
Altri invece sostengono che questo non solo limiti e di parecchio la libertà di espressione di diverse persone, ma di fatto rovini completamente le sessioni di gioco dato che è impossibile così insultarsi, anche bonariamente, tra amici, compagni di squadra e avversari, rendendo l’intera esperienza più blanda e deludente. Ebbene nelle ultime ore un grosso publisher si è spinto molto di più nella direzione della linea durissima.
A partire dal prossimo 3 gennaio 2025 è stato infatti deciso che tutti i giocatori che commetteranno un’infrazione, come l’uso di insulti o di un linguaggio offensivo nei confronti di un altro giocatore che sta su un titolo Riot, verrà punito. La novità è che sono compresi anche coloro che si comportano “male” mentre si registrano o sono in diretta e c’è magari un titolo Riot in sovrappressione o vicino. Ricordiamo in tanto che devi leggere questa guida prima di giocare sul gioco di Cristiano Ronaldo.
L’esempio fornito dalla compagnia è quello di un content creator che gioca in live un titolo Riot e utilizza un termine offensivo mentre un gioco Riot è sullo sfondo dello streaming, anche se il termine non è stato detto a un altro giocatore tramite la chat di gioco ma magari a un membro della chat di Twitch. Si preannunciano insomma tempi più stretti.
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