Cosa si può dire e fare dentro i videogiochi senza provocare le ire dei censori? Questo team ha portato al limite della pazienza Steam e si è risposto da solo. Ma, per quanto la censura non vada bene, certe cose non solo non si dicono ma non si dovrebbero neanche pensare.
Eppure questo sviluppatore deve aver pensato che casa sua, o in questo caso gioco suo, regole sue fino a quando Valve non ha deciso di bannarlo dalla piattaforma e di impedirgli di pubblicare sul forum dedicato al suo gioco. E lui si è “vendicato” come i migliori infanti usando il blog dedicato alle patch del gioco per continuare a offendere gratuitamente.
Valve, che di solito è abbastanza permissiva se non si sorpassano certi limiti, in questo caso specifico ha deciso di fare qualunque cosa in suo potere per zittire il blaterante developer reo forse più di non saper gestire le critiche al gioco che di avere idee balorde sul mondo e la vita.
Valve lo banna e il developer si sfoga su Twitter
Con le risposte assurde e i pamplhet senza senso che ogni tanto si trovano sul social dell’uccellino azzurro (per non parlare delle caselle di posta) si potrebbero scrivere libri e libri ma quello che sta combinando Dolphin Barn Inc, sviluppatore di Domina per Steam è fuori da qualunque seminato.
Il developer è noto fin da quando il suo gioco a base di gladiatori è uscito nel 2017 per non essere proprio il più gentile e accomodante dei developer. E meriterebbe un premio per la coerenza visto che dopo essere stato avvisato da Steam che uno dei suoi post, pieno di insulti gratuiti fatti a casaccio, era stato segnalato, ha continuato a usare un linguaggio sprezzante e offensivo. E si è beccato quindi un ban dai forum di Steam. Ma questo non lo ha fermato e in una sua personale crociata contro tutto il resto del mondo, composto secondo la sua logica di codardi, ha deciso di fare uno screenshot del ban e di aprire una discussione su Twitter.
Sul social, scorrendo un po’ la discussione molto animata anche se un po’ infantile, non abbiamo avvistato commenti a favore del developer che si difende da chiunque gli dica che se l’era cercata e che gli sta bene con la stessa solfa, accusando chi ha recensito il suo gioco di dire bugie, di essere codardi (di nuovo) e scomodando perfino Gesù.