Un’IA che non conosce rivali. Almeno sulla carta. Parliamo del progetto di Meta, il gruppo a cui appartengono i social network di Mark Zuckerberg, e del suo progetto di traduzione in tempo reale che supporterà fino a 272 lingue. L’obiettivo? Rendere il Metaverso sempre più inclusivo e senza alcuna barriera imposta dalla lingua dei suoi numerosi utenti.
Si rema nella direzione di rendere il Metaverso sempre più inclusivo e a prova di cittadino. Se da un lato l’idea di potersi immergere in un mondo virtuale a 360 gradi è particolarmente suggestiva, dall’altro alcuni paletti imposti dalla lingua potrebbero rendere le conversazioni, per così dire… difficoltose. Ed in tal senso Meta, grazie al suo progetto Universal Speech Tanslator, è pronta ad abbattere qualsivoglia barriera linguistica.
Universal Speech Translator (d’ora in poi UST) altro non è che un traduttore universale, in grado di rendere qualsiasi conversazione alla portata di tutti. In altre parole, sarà possibile tradurre in tempo reale le conversazioni tra gli abitanti del Metaverso, con l’obiettivo di elaborare tutte le lingue del mondo – anche quelle meno comuni. Di fatto, proprio il linguaggio meno comune è il punto di forza principale del traduttore di Meta, che si differenzierà dagli altri presenti sul mercato proprio per questa sua inclusività a 360 gradi.
Dal dialetto di Taiwan al mondo reale
Per fare un esempio, tra le lingue che possono essere tradotte ritroviamo il dialetto utilizzato a Taiwan ed in alcune zone della Cina. Si chiama Hokkien e, per la prima volta, verrà preso in considerazione in un traduttore – nonostante il numero di persone che lo utilizzano sia estremamente esiguo. Per il resto sono supportati fino a 272 linguaggi e dialetti di tutto il mondo, con oltre 480.000 ore di dialoghi elaborati dall’IA di Meta.
Eliminare le barriere linguistiche all’interno del Metaverso è un primo step per renderlo appetibile ad un pubblico estremamente esteso. Nulla vieterà, in futuro, di sfruttare ciò che l’IA del traduttore UST del Metaverso nel mondo reale, dotando un dispositivo fisico o integrandolo negli occhiali per la realtà aumentata di cui si è a lungo vociferato negli ultimi mesi.