L’argomento è, senza alcun dubbio, vasto e delicato. Le opinioni sull’importanza dei punteggi possono essere molto diverse e variabili, esattamente come l’opinione che si può avere su un film o su un videogioco. Il punto della questione è proprio questo: considerando la variabilità delle possibilità di opinione, l’aspetto di critica e gusto personale di ognuno e, talvolta, anche l’umore, è giusto che il punteggio ottenuto da un titolo su Metacritic sia considerato dai publisher nella scelta se sponsorizzare o no un gioco?
Forse non esiste una risposta giusta, ma vediamo la situazione attuale: Metacritic, per chi non lo ricordasse, è un sito internet che serve a raccogliere opinioni e recensioni degli utenti della rete, che trasforma in punteggi in modo da formare una media numerica. Oltre alla valutazione corrispondente a un numero, Metacritic fornisce anche un indicatore di gradimento colorato che può essere verde, giallo o rosso. È un sito molto popolare e molto utilizzato per album musicali, film, programmi televisivi, libri e videogiochi. L’utilità di un sito che sia in grado di raccogliere le opinioni degli utenti è innegabile, ma Metacritic è andato oltre: per quanto riguarda i videogiochi, infatti, Metacritic ha una grande influenza non solo sull’opione di chi vorrebbe acquistare un gioco, ma anche sulla sua pubblicazione.
Grazie a Kotaku abbiamo avuto modo di leggere diverse opinioni ed esperienze di persone che lavorano o hanno lavorato nel settore e che, spesso anonimamente, confermano l’influenza dei punteggi ma soprattutto un aspetto ancora più inquietante: l’inaffidabilità.
Tralasciando per il momento il discorso sui gusti personali degli utenti, sappiamo che Metacritic utilizza un metodo non aggiornabile. Vediamo un esempio: SimCity, prima della pubblicazione, ha ricevuto un punteggio di 9,5 su Polygon, sito che utilizza un metodo di valutazione modificabile nel tempo a seconda degli avvenimenti. Dopo il lancio del gioco ci sono stati diversi problemi e il punteggio è sceso da 9,5 a 8 e, successivamente, da 8 a 4. Attualmente il punteggio di SimCity su Polygon è stabile a 6,5, ma su Metacritic è ancora possibile vedere il 9,5 iniziale. Che sia un metodo ingannevole? Probabilmente sì, soprattutto considerando che molti publisher si basano proprio sui punteggi di Metacritic per i loro accordi con le software house.
Marc Doyle, uno dei fondatori, sembra convinto della politica di non variazione seguita dal sito e, inoltre, rifiuta ogni responsabilità sull’utilizzo dei punteggi da parte di sviluppatori e publisher.
Nonostante il peso che i punteggi del famoso sito sembrano avere, sono molti i professionisti dell’ambiente a non riconoscerne l’importanza ma, anzi, a rimarcarne le limitazioni. Vediamo ad esempio le affermazioni di Ron Gilbert, conosciuto per il suo lavoro su Monkey Island, che dichiara: “Metacritic è importante solo per i publisher. Gli sviluppatori che conosco si interessano a Metacritic solo quando il bonus di un publisher è stato legato al punteggio del sito e secondo me è una cosa molto stupida da fare. Io personalmente non ho mai dato importanza ai punteggi di Metacritic per i giochi su cui ho lavorato, lo considero completamente irrilevante.”
Gilbert prosegue con una metafora piuttosto performante: “Vorrei che fosse scomparso, ma se non fosse stato Metacritic sarebbe comparso qualche altro servizio analogo. Noi umani amiamo quantificare le cose, mi chiedo come sarebbe stato utilizzare Metacritic per valutare la Gioconda. Ho sentito dire che è stato appeso nel bagno di Luigi XIV per diversi anni.”
In effetti, come dice Gilbert, forse è nella natura dell’uomo il valutare e quantificare gli oggetti, appiccicando spesso etichette di valore numerico. Non è facile dare contro a Metacritic, poiché in ogni caso ha una innegabile utilità nella misurazione dell’opinione di un limitato gruppo di persone… ma, forse, la sua funzione dovrebbe limitarsi a questo. Utilizzarlo come punto di riferimento per investimenti (spesso di milioni di Dollari) non sembra un metodo affidabile, soprattutto considerando l’effetto “lettera scarlatta” della valutazione che, come abbiamo detto, non è variabile nel tempo. Questo vuol dire che se un gioco prende un punteggio basso così resterà, e questo potrebbe influenzare negativamente l’opinione dei publisher di una particolare casa di sviluppo.
Fonte: kotaku
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