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Metro Redux – la recensione

A causa di una next-gen che sta scaldando i motori in tempi decisamente più lunghi del previsto, sono sempre più numerosi gli sviluppatori che si adoperano per allietare l’attesa del pubblico nei confronti delle nuove produzioni attraverso la riedizione di titoli appartenenti alla scorsa generazione, opportunamente arricchiti di caratteristiche tali da permettere loro di rendere giustizia all’eccezionale potenza di PS4 e Xbox One. Un compito che è in precedenza spettato a titoli del calibro di Tomb Raider e The Last of Us, e che ora tocca svolgere all’avvincente saga di Metro, allettando i giocatori con nuove affascinanti caratteristiche e, ciliegina sulla torta, un prezzo particolarmente invitante (stiamo parlando di un costo pari a 39,99 € per l’intero pacchetto).

A beneficiare maggiormente delle innovazioni tecniche è stato sicuramente il “vetusto” Metro 2033.

Includendo al suo interno entrambi i capitoli della saga, quest’edizione rimasterizzata narra l’appassionante storia che, traendo ispirazione dall’opera del romanziere Dmitry Glukhovsky, ha già in precedenza consentito a migliaia di giocatori di immergersi all’interno di un mondo post-apocalittico finemente tratteggiato. Dopo essere stata vittima di un misterioso conflitto nucleare, la popolazione della città di Mosca si ritrova costretta a condurre una vita perennemente segregata nell’oscurità del sottosuolo, dove le stazioni della metropolitana sono diventate delle vere e proprie cittadelle capaci di rappresentare l’unico posto sicuro in un mondo deturpato dalla violenza delle radiazioni. A rendere la situazione ancor più delicata, c’è poi la massiccia presenza di mostruose creature nate come conseguenza della guerra nucleare.

L’intelligenza artificiale nemica, ora più sveglia e aggressiva, è stata in parte migliorata, ma a nostro parere non in modo particolarmente incisivo.

In termini puramente ludici, ciò si traduce in un first-person shooter dalla marcata componente survival (a dire il vero, originariamente presente più nel primo episodio che nel suo sequel), caratterizzato dalla presenza di un’atmosfera particolarmente tetra e ansiogena. Evitando di analizzare nel dettaglio le meccaniche che hanno reso Metro 2033 e Last Light dei prodotti unici, passiamo ora a scoprire quale sia l’effettiva validità delle novità che sono state introdotte da questa edizione. Iniziamo anzitutto dai vistosi lavori d’aggiornamento che hanno riguardato il comparto grafico: il colpo d’occhio generato dai capitoli rimasterizzati è davvero impressionante, tanto da restituire l’impressione di trovarsi di fronte a una produzione concepita fin dall’inizio per la next-gen.

A beneficiare maggiormente delle innovazioni tecniche è stato sicuramente il “vetusto” Metro 2033, che grazie all’encomiabile lavoro dei ragazzi di 4A Games riesce a conoscere nuova vita in maniera sorprendente. Durante la nostra prova effettuata su Xbox One, abbiamo potuto constatare di persona la pulizia che caratterizza le texture, la potenza dell’avanzato sistema d’illuminazione, i convincenti effetti particellari e, infine, la migliore definizione dei personaggi assicurata dall’utilizzo di modelli poligonali interamente restaurati. Insomma, su questo fronte, le promesse fatte dagli sviluppatori sono state ampiamente mantenute, inclusa quella riguardante un framerate ancorato ai 60 fotogrammi al secondo. Infatti, nel corso del nostro playthrough, sono stati davvero isolati i casi in cui abbiamo potuto percepire dei cali di fluidità, di natura comunque mai davvero significativa.

Elemento che abbiamo particolarmente apprezzato di Redux sono le ampie possibilità di personalizzazione messe a disposizione del giocatore

Anche l’intelligenza artificiale nemica, ora più sveglia e aggressiva, è stata in parte migliorata, ma a nostro parere non in modo particolarmente incisivo. I comportamenti degli avversari sono tuttavia stati modificati quel tanto che basta da permettere di vivere in maniera godibile entrambe le inedite modalità Spartano e Sopravvivenza.

Non ci sentiamo però di consigliare l’acquisto dell’intero pacchetto a quei giocatori che hanno già avuto modo di vivere le esperienze originali.

Elemento che abbiamo particolarmente apprezzato di Redux sono infatti le ampie possibilità di personalizzazione messe a disposizione del giocatore, il quale, oltre a ben quattro livelli di difficoltà, potrà scegliere quale dei due diversi stili adoperare per affrontare ciascuno dei capitoli inclusi nel pacchetto. Mentre lo stile di gioco denominato “Sopravvivenza” consente di giocare sfruttando la (migliorata) componente survival tipica di Metro 2033, permettendo ai giocatori di sperimentare anche nel suo sequel gli effetti di un gameplay basato sulla continua ricerca di risorse, la modalità “Spartano” permette di utilizzare le meccaniche rapide e frenetiche di Last Light per portare a termine l’avventura con un approccio maggiormente carico d’adrenalina.
Dalla nostra prova entrambe le modalità di gioco ci sono sembrate essere più che valide: in particolare, il trapianto di alcune meccaniche di Last Light all’interno di 2033 (come la possibilità di pulire il vetro della maschera anti-gas dalla pioggia o dal sangue dei nemici), non fanno altro che accrescere il già profondo senso di immersività garantito dall’eccezionale atmosfera del gioco. Gli amanti delle sfide estreme, inoltre, saranno felici di sapere dell’esistenza di un livello di difficoltà, selezionabile fin da subito e non a caso chiamato Ranger Hardcore, caratterizzato dall’assenza di qualsivoglia tipo di suggerimento o icona, oltre che dalla presenza di nemici decisamente aggressivi.

Gli amanti delle sfide estreme saranno felici di sapere dell’esistenza di un livello di difficoltà, selezionabile fin da subito e non a caso chiamato Ranger Hardcore.

A completare il quadro vi sono poi i quattro DLC di Metro: Last Light che consentiranno a tutti gli appassionati di approfondire ulteriormente le vicende del gioco. In conclusione, possiamo dire che il lavoro svolto dal team di 4A Games è sicuramente di tutto rispetto. Non ci sentiamo però di consigliare l’acquisto dell’intero pacchetto a quei giocatori che hanno già avuto modo di vivere le esperienze originali, dal momento che a beneficiare maggiormente del lavoro di rimasterizzazione è stato perlopiù il solo Metro 2033, a discapito del suo successore che, anche se tirato a lucido, rimane fondamentalmente lo stesso di un anno fa. Il prezzo budget a cui viene proposta la collection e l’elevata qualità che la contraddistingue rappresentano però un piatto decisamente invitante per quella fetta di pubblico che non ha ancora avuto l’onore di approcciarsi a una serie valida e coinvolgente come poche altre, rendendo di fatto Metro Redux un buon trampolino di lancio per il futuro di una serie dalle indubbie potenzialità.

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