Qualcuno potrebbe pensare che si tratta di una fascinazione senza fondamento ma l’idea che Microsoft e Netflix possano convergere non è del tutto campata per aria, soprattutto se la guardiamo dal punto di vista delle capacità economiche.
Nonostante la società sia ancora nel mezzo delle trattative per l’acquisizione definitiva del colosso Activision Blizzard, c’è già almeno un analista che prevede la prossima mossa della società, una mossa che avrebbe del tutto senso visto ciò che sappiamo essere i piani del futuro per Xbox e per Microsoft.
Anche perché, ed è sempre il lavoro che Microsoft sta facendo sul Game Pass a dircelo, la volontà ultima è quella di riuscire a creare un ecosistema che comprenda la console ma che non ne rimanga ostaggio. E in questo senso ricordiamo anche l’annuncio fatto da Samsung della possibilità di giocare in streaming su alcuni dei suoi nuovi modelli di Smart TV. Se poi guardiamo alla questione dal punto di vista dell’altro elemento in campo, Netflix, anche per la grande piattaforma di streaming della N rossa lasciarsi comprare potrebbe essere un modo per evitare il tracollo.
Microsoft + Netflix, la vita in streaming
Quello che Netflix ha portato nel panorama dei contenuti di intrattenimento è stato sicuramente un modello non del tutto nuovo ma un modo nuovo di presentare questo stesso modello e non è difficile vedere nel Game Pass una versione videoludica del servizio di streaming. Del resto, a pensarci bene funzionano esattamente nello stesso modo: contenuti visibili a prescindere dal possesso o meno di quello che è il device per cui quegli stessi contenuti sarebbero stati pensati inizialmente. Per Netflix la tv per Microsoft e Xbox la console.
Deve essere per questo che l’annuncio del fatto che Microsoft e Netflix abbiano effettivamente pubblicato un comunicato congiunto qualche giorno fa per fare del primo un partner nella gestione e nella vendita di spazi pubblicitari del secondo ha portato un analista in particolare a dichiarare che questa mossa sottintenda in realtà una volontà più ampia di stringere i rapporti. A pensarlo Laura Martin, senior analyst di Needham. E per ora in realtà l’unico motivo per cui potremmo avvalorare la tesi di Martin è la tempistica dell’annuncio della collaborazione.
Il ragionamento dell’analista in parte almeno regge: Microsoft non è infatti conosciuta per la sua esperienza nel business degli spazi pubblicitari. La società che ci ha dato Xbox e poi il Game Pass sa fare tante cose ma diventare esperti di tecnologie legate alla diffusione e gestione degli ad non è tra queste. Anche se Netflix ha disperato bisogno di attivare il famoso abbonamento ridotto ma con la pubblicità alla luce dei numeri registrati di recente dopo il boom della pandemia e la piccola ma costante emorragia gli utenti. Quindi perché una società che ha bisogno di un partner affidabile decide che questo partner affidabile è qualcuno che in realtà, a meno di sorprese stellari, non è un esperto in materia? C’è veramente una mossa di avvicinamento più concreta sottobanco?