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Multitasking: troppo fa male al cervello, lo dicono i ricercatori

Quante cose state facendo, in questo momento? State ascoltando musica o guardando la televisione, mentre leggete questo articolo? Forse è il caso di smettere e concentrarvi su una cosa alla volta… ve lo consigliamo perché, da un recente studio piuttosto approfondito sul multitasking, sono emersi dati a dir poco sconcertanti. I risultati dello studio entrano sicuramente in costrasto con il luogo comune che vede questa pratica come un ottimo allenamento cerebrale poiché, a quanto pare, è esattamente il contrario…troppo multitasking, infatti, potrebbe addirittura danneggiare la materia grigia.

Alcuni studiosi dell’University of Sussex hanno dichiarato: “Usare simultaneamente telefoni cellulari, computer portatili e altri device di comunicazione potrebbe stare cambiando la struttura del nostro cervello“. Tristemente, sembra che una delle parti del cervello più coinvolte sia proprio quella adibita all’elaborazione delle emozioni…

Le ricerche hanno anche collegato le abitudini legate al multi-tasking con una serie di disturbi piuttosto diffusi fra cui troviamo: disturbo dell’attenzione, depressione, ansia e basso rendimento scolastico.
Dividere la propria attenzione fra diverse tecnologie potrebbe voler dire semplicemente inviare un messaggio a un amico mentre si ascolta musica e si controlla la casella di posta elettronica, oppure parlare al telefono mentre si guarda la TV e si naviga sul web…
Considerando la sempre maggiore diffusione di queste abitudini, a ricerca ha potuto raccogliere dati davvero interessanti. Tutto è iniziato con la partecipazione di 75 persone circa, fra uomini e donne, che hanno risposto a un questionario sulle abitudini riguardo il multi-tasking con dispositivi elettronici. I volontari sono stati sopposti ad un monitoraggio, in modo da poter confrontare la composizione del cervello di ognuno: si è scoperto che gli assidui praticatori di multitasking hanno meno materia grigia in una regione della corteccia cerebrale chiamata ACC, Corteggia Cingolata Anteriore. Quest’area è una zona molto particolare e interessante del cervello e, a quanto dicono i ricercatori, non sembra certo un buon segno che si stia riducendo. La preoccupazione maggiore, infatti, è che queste modificazioni della struttura cerebrale possano influire sulla cognizione e sull’elaborazione dei comportamenti sociali.

Lo studio è stato pubblicato dal giornale PLOS ONE, ed è la prima volta che si dimostrano correlazioni fra le abitudini di multi-tasking e la struttura del cervello.

Altre ricerche hanno dimostrato come, oltre alla riduzione dell’ACC, molti individui soliti al multi-tasking abbiano sviluppato problemi di gestione della memoria.
Eseguendo alcuni semplici esperimenti, infatti, è parso evidente come le persone con l’abitudine di concentrarsi su una cosa alla volta siano molto più performanti a livello di memorizzazione rispetto alle altre, nonostante le aspettative fossero esattamente opposte.
A quanto pare chi divide le attenzioni fra molti stimoli ha meno capacità di isolare la percezione e di ignorare stimoli non utili allo scopo del momento, in questo modo la loro attenzione è più facilmente deviata dal soggetto principale, così le capacità di memorizzare diminuiscono.

Infine, vogliamo raccontarvi di come uno studio parallelo abbia confermato una consapevolezza già diffusa: il cervello delle donne è più portato al multitasking rispetto a quello degli uomini. Lo studio, effettuato dalla University of Pennsylvania su 949 giovani adulti di entrambi i sessi, ha portato a risultati molto interessanti: le donne hanno una maggiore capacità di comunicazione fra i due emisferi cerebrali, il che vuol dire anche avere migliori capacità di gestire diverse cose insieme. Gli uomini, invece, concentrano le loro attività in parti individuali del cervello, in particolare quelle che controllano le abilità motorie.

Grazie alla comunicazione veloce fra emisferi le donne sono molto brave a ricordare i visi umani, mentre gli uomini hanno connessioni migliori fra la parte frontale e la parte posteriore del cervello, il che li porta ad avere maggiori abilità di ricevere informazioni e utilizzarle in fretta. Ad esempio gli uomini, grazie a questa abilità, sono portati a imparare più facilmente a nuotare o (e anche qui confermiamo un luogo comune) a parcheggiare l’automobile.

Fonte: dailymail

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