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Museum of Stolen Art: Oculus Rift utilizzato per creare un museo virtuale pieno di opere d'arte rubate

Le applicazioni delle tecnologie per la realtà virtuale sono molteplici e, in passato, abbiamo già visto alcuni esempi di come un visore (come Oculus Rift) può essere usato per scopi diversi dall’intrattenimento. Oggi parliamo di un nuovo progetto, che prevede come protagonista proprio Oculus Rift ed è dedicato all’arte: Ziv Schneider, laureato alla New York University nel programma Interactive Telecommunications Program (ITP), ha allestito un intero museo virtuale dove esporre opere rubate.

Nel corso della storia sono molte le opere scomparse e mai ritrovate (destino che, per chi non lo sapesse, ha rischiato di toccare anche al popolarissimo La Gioconda di Leonardo) e lo studente ha avuto l’idea di allestire un museo che possa ricreare l’emozione intorno a quelle opere, forse perdute per sempre. L’idea è semplice ma ingegnosa, e Oculus Rift è sicuramente lo strumento perfetto per realizzarla.

Il progetto si chiama proprio Museum of Stolen Art ovvero Museo dell’arte rubata ed è stato allestito da Schneider utilizzando come fonte di informazione materiale raccolto dall’Interpol e dall’FBI. Il software consente all’utente di immergersi in una galleria virtuale completa e piena di opere d’arte che si trovano attualmente in un luogo non identificato. Mentre il giocatore esplora la galleria una narrazione (simile a una classica guida da museo) informa gli spettatori sull’opera che stanno guardando. Schneider spera non solo di intrattenere le persone dando loro una chance di ammirare opere che potrebbero non vedere mai nella vita reale, ma anche di far crescere il senso di responsabilità per quanto riguarda la conservazione e preservazione dell’arte e del valore culturale, oltre a collaborare, per quanto possibile, al recupero delle opere perdute.

La prima esibizione di  Museum of Stolen Art si concentra su un’opera rubata dal’Afghanistan National Museum. La situazione di questo museo è imbarazzante, si stima infatti che il 70% delle circa 100mila opere esposte sia scomparso nel corso degli ultimi 36 anni. Ci sono anche oggetti provenienti dall’Iraq e alcuni rubati dall’Isabella Stewart Gardner Museum durante una rapina nel 1990. 

l software è stato mostrato la prima volta lo scorso anno, anche se non è ancora chiaro quando sarà disponibile per il grande pubblico. Ecco un video che mostra le sue caratteristiche, buona visione!

Fonte: vrfocus

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