La missione InSight, definita “storica” dall’agenzia spaziale NASA, é vicina al suo compimento. Il team di scienziati é al lavoro per porre fine al programma, organizzare tutti i dati raccolti dal lander marziano e poi condividerli con i ricercatori di tutto il mondo. Ecco le ultime immagini scattate dal mezzo e le previsioni riguardo all’interruzione delle indagini sul Pianeta Rosso.
“Il tempo su Marte non è pioggia e neve”, ha dichiarato Bruce Banerdt, tra i responsabili del centro di ricerca e sviluppo Jet Propulsion Laboratory (JPL) della NASA che si occupano della missione InSight. “Il tempo su Marte è polvere e vento. Siamo alla mercé di Marte”. E proprio alle condizioni metereologiche del Pianeta Rosso é legato il destino del lander impegnato nella missione dell’agenzia spaziale statunitense.
Atterrato su Marte nel Novembre del 2018, con l’obiettivo di raccogliere dati per accrescere le conoscenze riguardo alle caratteristiche geofisiche del Pianeta, il lander della missione InSight avrebbe dovuto operare per un totale di 24 mesi, fino al Novembre 2020. Ed invece ha raddoppiato la sua durata di attività, dimostrandosi a tutti gli effetti un importante successo dell’agenzia.
Ed ora “si avvicina il giorno in cui il lander marziano InSight della NASA tacerà” – ha dichiarato negli scorsi giorni l’agenzia, “ponendo fine alla sua storica missione per rivelare i segreti dell’interno del Pianeta Rosso”. Da diversi mesi, infatti, la capacità dei pannelli solari del lander di produrre energia si é drasticamente ridotta, a causa delle tempeste di sabbia avvenute negli anni ed in particolare durante gli inverni marziani.
La missione InSight della NASA verrà dichiarata ufficialmente conclusa quando il lander non sarà riuscito a rispondere per due volte consecutive con il pianeta Terra, attraverso il sistema del Mars Relay Network. Evento che si ipotizza possa verificarsi già nelle prossime settimane, essendo in questo momento la capacità energetica del mezzo minore del 20% rispetto all’inizio della missione.
Proprio le sabbie marziane, che negli anni hanno sempre più avvolto e ricoperto il mezzo dell’agenzia, sono la causa della graduale riduzione di energia necessaria al lander per effettuare operazioni, ora giunte ad uno spessore tale da obbligare gli ingegneri a lasciare attivo soltanto il sismometro per rilevazioni a terra.
Per le prossime missioni, l’agenzia spaziale potrebbe ricorrere ad una nuova tecnologia di pulitura dei pannelli solari, sviluppata in Cina ed applicata ad un rover battezzato Zhurong. Tramite questa tecnologia, un polimero dalla struttura simile alle foglie della pianta del loto potrebbe rendere i pannelli “impermeabili” alla polvere e trascinarla via dalla loro superficie. In quanto ai dati aggregati dal lander, un team di circa 30 scienziati si sta attualmente occupando della loro organizzazione complessiva per poi renderli disponibili a studiosi e ricercatori di tutto il mondo.
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