Ci sono voluti undici lunghissimi anni per convincere Electronic Arts a ritornare a quel 2004 che vide stravolgere le vite di tutti gli appassionati dei giochi di guida arcade. Undici anni da Need For Speed Underground 2, capolavoro dello studio canadese EA Black Box che determinò per sempre i parametri del genere. Un anno prima il suo predecessore, NFS Underground, aveva già raccolto un enorme successo ma furono le dinamiche ad esplorazione libera, le grandi possibilità di tuning e l’esperienza alla guida a rendere Underground 2 il re indiscusso. In questi anni si sono susseguiti titoletti e titoloni, passaggi di gestione e periodi di vuoto, successi e fallimenti; sono state percorse tante strade, ripreso idee dal passato, ma mai ci si era riavvicinati al re, allo stile tanto amato degli Underground.
Dopo l’approdo alla nuova generazione di console e il riscaldamento con NFS Rivals, lo studio EA svedese di Ghost Games ha deciso di tentare l’impresa con un ritorno al passato che parte da Underground 2 e passa da Undercover, per regalare un’esperienza nostalgica ma paradossalmente inedita, grazie all’utilizzo massiccio del live action misto a grafica in-game che attribuisce una notevole importanza addirittura alla trama del gioco.
Obiettivo finale? Diventare il migliore in ognuno degli stili di guida per arrivare a conoscere, sfidare e persino battere le icone presenti nel gioco.
Come spesso il motivo principale è la scalata verso il successo: il classico novellino arrivato dal nulla inizia a farsi notare ed entra all’interno di un gruppo di giovani talenti che mirano a raggiungere le loro icone preferite. È così che si fa la conoscenza della banda di Travis, con Spike, Robyn, Amy e Manu, ciascuno rappresentante di una delle categorie di guida del gioco, ovvero Speed, Crew, Style, Tuning, insieme ad Outlaw. Guidando si guadagnano punti REP, reputazione, relativi al proprio stile, grazie ai quali si sale di livello per ottenere accesso a nuovi eventi e componenti migliori. Obiettivo finale? Diventare il migliore in ognuno degli stili di guida per arrivare a conoscere, sfidare e persino battere le icone presenti nel gioco, personaggi del calibro di Akira Nakai, Magnus Walker e l’hoonigan Ken Block, anche loro insieme ad altri assegnati alla categoria per la quale sono famosi.
A stili diversi corrispondono eventi diversi e su questo aspetto c’è solo da rimanere sbalorditi: questo NFS vanta la più grande varietà di gare che si sia mai vista in tutta la serie. Le sole derapate, che rappresentano uno degli aspetti principali del gioco, contano cinque tipi diversi di gare: competizione, prova, treno, touge, gimcana, e molte altre sono disponibili per la velocità (attacco al tempo, sprint, circuito), sempre diverse a seconda dell’area di Ventura Bay in cui si corre. Le montagne sono perfette per gare di velocità in derapata mentre il centro città è fatto per le gimcane strette in pieno stile Ken Block. In tutto questo bisogna anche inserire la parte Outlaw, ovvero gli inseguimenti della polizia. Il gioco propone delle sfide con obiettivi specifici che permettono di godere meglio di questo aspetto, ma a parte alcuni casi ben riusciti e le gare finali c’è l’impressione che non si noti molto la presenza delle forze dell’ordine. I Charger dei poliziotti sono veloci e resistenti ma non troppo, senza contare che la maggior parte degli inseguimenti sono un testa a testa con la pattuglia che ci ha segnalato l’infrazione.
Uno contro uno la polizia non è MAI un pericolo, anzi ci si può giocare come meglio si crede per superare con facilità le sfide quotidiane o gli eventi Outlaw; a volte, addirittura, la polizia fallisce anche quando si sta cercando di farsi inseguire apposta.
Le sole derapate, che rappresentano uno degli aspetti principali del gioco, contano cinque tipi diversi di gare.
A parte questo, l’attenzione riposta in tutti gli altri eventi è magistrale e quasi tutte le gare sono davvero godibilissime. La parte finale, che porta con sé gli eventi di difficoltà più alta, diventa tanto impegnativa quanto soddisfacente, con gare da addirittura dodici minuti e il rischio di mandarle in fumo fino all’ultima curva. Tanta qualità è possibile soprattutto grazie al carisma di tutti i personaggi coinvolti in questo titolo: il live action che accompagna le imprese del novellino vede protagonisti attori niente male ma soprattutto una sceneggiatura che si adatta benissimo all’ambiente; il ritmo avanza sempre più in un crescendo che il giocatore assapora in ogni momento e i siparietti fra quelli che diventeranno i più fidati compagni di gara sono più che piacevoli, con solo rarissimi cali di poco conto. Il doppiaggio italiano non rende onore all’enorme lavoro realizzato in presa diretta, ma mantiene il gioco a livelli godibili soprattutto per chi non si trova benissimo con lo slang anglofono.
NFS si conferma ancora una volta soprattutto nelle alte velocità, dove l’auto diventa quasi incontrollabile a 360km/h, e nelle derapate, belle e godibili una volta che si impara a gestirle.
Passando alle auto e principalmente a modifiche e messa a punto (territorio di Nakai-san) NFS esprime tutte le sue gioie e dolori: la varietà e disponibilità progressiva delle componenti è ben equilibrata, si avanza col tempo sia in termini di prestazioni (blocco motore, induzione, centralina, ecc…) che di tuning (frizione, sospensioni, freni, prenumatici). Quest’ultimo è essenziale e vera anima del gameplay di NFS: ogni giocatore ha il proprio stile di guida ed è giusto che la sua macchina lo esprima; che si tratti di preferire le derapate o un’aderenza estrema la differenza è enorme e si sente tutta, rendendo vita facile o disperata a seconda delle gare (competizioni derapate e aderenza non vanno d’accordo) e delle minime modifiche.
Se tanta qualità accompagna il tuning lo stesso non si può dire dell’editor grafico: vernice, wrap e adesivi sono pochi, banali e persino complicati da gestire (in alcuni casi addirittura buggati). Non è possibile eseguire operazioni semplici come scrivere un testo (a meno di non selezionare ciascuna lettera singolarmente), adattare dimensioni, duplicare il lavoro fatto su una fiancata anche sull’altra o copia-incollare le varie colorazioni. Se per alcuni non è la fine del mondo, vedere che uno degli aspetti a cui è dedicata un’intera categoria è addirittura più scarno di quello presente in un gioco di un decennio fa non è proprio il massimo.
Parlando invece della pura sensazione che si ha alla guida NFS si conferma ancora una volta soprattutto nelle alte velocità, dove l’auto diventa quasi incontrollabile a 360km/h, e nelle derapate, belle e godibili una volta che si impara a gestirle. Ovviamente si viaggia ben lontani da realismo e simulazione, NFS è sempre stato un titolo di guida arcade e tale si conferma, per la soddisfazione dei fan della serie che riassaporano i caratteri underground con un restyle grafico degno della nuova generazione, anche se non da urlo. Essenziale più che altro che non ci siano cali di frame rate o bug, ma solo qualche fastidioso flash quando si sfugge alla polizia che può dare fastidio se coincidente con una derapata al limite.
Uno contro uno la polizia non è MAI un pericolo, anzi ci si può giocare come meglio si crede.
Gare fantastiche, varietà di tutto rispetto, trama coinvolgente, parco macchine ristretto ma di qualità (circa 50 auto) e grandissime opzioni di modifica e tuning sono solo alcuni degli aspetti più riusciti di questo Need For Speed targato Ghost Games. Gli svedesi di EA si sono presi carico di 20 anni di storia e hanno azzardato l’impresa raccogliendo ciò che di buono ci ha regalato la serie con una formula inedita. Il risultato è che questo Need For Speed non è perfetto ma diverte, tanto, assicura anche il giusto pizzico di rigiocabilità, gode di una buona integrazione multiplayer-single player e soprattutto registra un nuovo standard di qualità della serie, subito sotto quello che per molti rimane ancora il re indiscusso, ovvero NFS Underground 2.
Un’impresa difficile che si è rivelata un ottimo successo per EA e un bel regalo per tutti i fan che da tempo aspettavano un nuovo capitolo di alta qualità che fosse davvero un Need For Speed e non un Burnout camuffato.
Un suggerimento: non fatelo a casa.
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