La proverbiale immagine del “fulmine a ciel sereno” non basta a rendere l’impressione suscitata dall’annuncio di una nuova versione della console portatile di Nintendo. Non sorprende, quindi, la reazione dei tanti che avevano pensato inizialmente ad uno scherzo: la scelta del nome, il concept, perfino il lancio relativamente vicino a quello delle versioni precedenti, avrebbero potuto facilmente porre le basi di una delle bufale tanto diffuse, anche in ambito tecnologico, nella cultura internettiana dei nostri tempi.
Il 2DS appresenta una aggiunta intelligente e, soprattutto in seguito ai tagli di prezzo che certamente avverranno in futuro.
In ogni caso, l’annuncio del Nintendo 2DS era assolutamente veritiero, ed ha preluso al lancio del device avvenuto lo scorso 12 ottobre, non certo tra l’entusiasmo generale.Davanti ad un progetto simile si fa presto, infatti, a farsi prendere dalle perplessità: di base, il dispositivo abbandona la forma “a conchiglia”, prediletta da molti anni dagli handheld Nintendo, per abbracciare un aspetto “a blocco unico”, che si era visto nell’ultima occasione con il Game Boy Micro del 2005. Insieme al cambiamento viene persa la possibilità di fruire del 3d stereoscopico nel display superiore: da qui il nome, che fa riferimento alle due dimensioni. Il 2DS si presenta come una sorta di phablet a doppio schermo, disponibile nei colori nero/blu o nero/rosso (in territorio statunitense, invece, la colorazione rossa si abbina al bianco).
Da notare anche l’unico altoparlante, posto in alto a sinistra: il 2DS, infatti, propone l’audio soltanto in mono.
La sagoma rettangolare dagli angoli curvi oltrepassa di poco i 14 cm in altezza e i 12 in larghezza, superando abbondantemente un 3DS “chiuso” e ponendo qualche problema pratico: ad esempio, il 2DS non è particolarmente adeguato ad essere portato in tasca. Lo spessore è di due centimetri circa nella parte superiore, e va riducendosi man mano che si va verso il basso: ciò vuol dire che l’apparecchio è particolarmente sottile nel punto in cui va sostenuto, rendendo piuttosto comoda l’impugnatura. Il restyling coinvolge ovviamente anche la posizione dei tasti: pad circolare e tasti principali si trovano ora all’altezza dello schermo superiore: una soluzione comoda e per certi versi naturale, dal momento che è in quel punto che si svolge l’azione. La croce direzionale è appena al di sotto del pad, e purtroppo mostra un fastidioso “gioco” che restituisce una sensibilità poco soddisfacente. Il tasto home è più grande, e i tasti start e select sono ora alla destra dello schermo inferiore, vicini al tasto di accensione. Sempre sul lato destro trovano posto il pennino (non più telescopico) e l’ingresso per schede SD (una scheda da 4gb è inclusa nell’acquisto). E’ assente lo switchrelativo alwi-fi (che ora si gestisce per via software), mentre appare un interruttore per mandare in sleep mode l’apparecchio (che non può essere chiuso come avviene per il 3DS).
Qualche piccolo problema di gameplay potrebbe avere luogo per i giochi che legano caratteristiche importanti al 3D oppure all’audio stereofonico.
Da notare anche l’unico altoparlante, posto in alto a sinistra: il 2DS, infatti, propone l’audio soltanto in mono. E’ ovviamente possibile ottenere l’audio stereofonico utilizzando gli auricolari, ma si tratta comunque di un grosso passo indietro rispetto alle altre versioni. Buono, invece, il riscontro dei tasti dorsali, che si trovano ora negli angoli superiori della console:di dimensioni particolarmente grandi, risultano molto agevoli nell’utilizzo. Completa la parte frontale la fotocamera, che mantiene il doppio obiettivo nella parte posteriore: il 2DS è infatti capace di utilizzare di scattare foto in 3D, che naturalmente non possono essere visualizzate sul dispositivo, ma vengono riprodotte correttamente su un Nintendo 3DS. Naturalmente la nuova conformazione pone importanti problemi relativi alla cura dell’apparecchio: mancando la possibilità di richiudere la console, i due schermi rimangono esposti a graffi e pressione. Per ovviare al problema, Nintendo ha già previsto una apposita custodia ufficiale (anch’essa disponibile in due colori), venduta però separatamente.
Nell’uso, il Nintendo 2DS risulta più comodo di quanto possa sembrare, grazie anche alla distribuzione del peso più equa rispetto alle versioni “a conchiglia”: la qualità percepita, tuttavia, è inferiore, con un feeling meno elegante e più plasticoso, anche sepiuttosto solido.
Il Nintendo 2DS riuscirà difficilmente a raggiungere, men che meno a surclassare, l’enorme diffusione del 3DS.
Il lato hardware rimane lo stesso del 3DS, quindi da questo punto di vista c’è poco da dire: sono presenti le applicazioni che abbiamo imparato a conoscere, insieme alla compatibilità con tutti i titoli 3DS.Naturalmente, qualche piccolo problema di gameplay potrebbe avere luogo per i giochi che legano caratteristiche importanti al 3D oppure all’audio stereofonico, ma non dovrebbero sorgere ostacoli insormontabili. Rimane inoltre la compatibilità con gli oltre 2000 titoli delle librerie DS e DSi, che è possibile visualizzare in formato stretched oppure in risoluzione nativa. La batteria da 1300mh consente una autonomia leggermente superiore alla versione 3D, che può toccare le cinque ore con i giochi 3DSed arrivare fino a nove con i titoli DS.
Rimane inoltre la compatibilità con gli oltre 2000 titoli delle librerie DS e DSi.
Chiude il quadro il prezzo: i 129€ consigliati rappresentano certamente la più importante freccia all’arco del 2DS, che fa risparmiare diverse decine di euro rispetto ai fratelli maggiori e risulta particolarmente affine al target previsto. Con in mente il riferimento di questo pubblico meno smaliziato, le scelte effettuate assumono rapidamente gran senso, e molte delle criticità passano in secondo piano. Il Nintendo 2DS riuscirà difficilmente a raggiungere, men che meno a surclassare, l’enorme diffusione del 3DS (oltre 30 milioni di unità vendute ad oggi), ma rappresenta una aggiunta intelligente e, soprattutto in seguito ai tagli di prezzo che certamente avverranno in futuro, riuscirà senza dubbio a ritagliarsi un consistente spazio accanto alle alternative più raffinate della famiglia Nintendo.