Pochi giorni fa Nintendo ha presentato il nuovo coloratissimo Mario Party 10, ennesimo titolo dedicato al popolare idraulico appartenente a una serie di indubbio successo che ha venduto, dalla pubblicazione del primo episodio per Nintendo 64, oltre 40 milioni di copie in tutto il mondo!
Nintendo ha colto l’occasione per parlare del potere educativo dei videogiochi e della loro importanza all’interno del nucleo familiare attraverso ospiti di rilievo come Andrea Persegati, General Manager di Nintendo, Alessandra Carenzio, Coordinatore del Dipartimento di Ricerca del Cremit e Docente di Tecnologie dell’Istruzione dell’Apprendimento e di Metodologia delle attività formative presso l’Università Cattolica di Milano e Piacenza e Jolanda Restano, blogger e autrice di contenuti per bambini.
La giornata inizia con un’atmosfera amichevole, proprio grazie a Mario Party 10 collegato a una console Wii U. Per la prima volta il numero massimo di giocatori sale da quattro a cinque, infatti grazie al controller interattivo di Wii U sarà possibile impersonare Bowser e sfidare gli altri quattro giocatori, che giocheranno in collaborazione (ma sempre duellando per fare il maggior numero di punti).
Dopo qualche minuto di gioco insieme ad altri ospiti dell’evento Andrea Persegati apre le danze con un dato che vi abbiamo già accennato: i 40 milioni di copie vendute della serie Mario Party dalla pubblicazione del primo titolo, avvenuta 16 anni fa. Persegati prosegue con un’analisi molto semplice che motiva il successo del gioco e la sua longevità: il segreto è il divertimento!
Il General Manager prosegue parlando di alcune caratteristiche del gioco come la possibilità di utilizzare gli Amiibo e l’inserimento del quinto giocatore, per poi ricordare che l’obiettivo principale del gioco è proprio quello di far divertire e di creare sorrisi.
È poi il turno della gentile Alessandra Carenzio, che ha esordito parlando subito del rapporto fra i media e la famiglia. Non si tratta infatti solo di bambini ma di tutto il nucleo familiare, fondamentale soprattutto per i più piccoli. La docente fa riferimento a un libro chiamato “Come un videogioco“, scritto dal professore, linguista e membro dell’Accademia Nazionale per l’Educazione Americana James Paul Gee. In questo testo Gee afferma come il videogame sia un banco di prova per comprendere e mettere in gioco l’identità.
Fra i punti fondamentali del discorso della Carenzio troviamo una distinzione fondamentale che dovrebbe avvenire fra videogiochi realizzati bene e videogiochi realizzati male, e non fra videogiochi “buoni” o “cattivi” come si usa solitamente. Quali sono i principi di un videogioco ben fatto? Identità, pratica, moratoria psicosociale, transfer cognitivo e gruppi di affinità: questo, riassumendo, significa che un videogioco deve considerare i personaggi in cui il giocatore si proietta, la componente di sperimentazione e applicazione di strategie, la possibilità di commettere errori senza subire critiche, la sperimentazione di strategie funzionali che si possono modificare con una riflessione e l’appartenenza a un gruppo di persone con lo stesso interesse, che sia in presenza o online, che consente di condividere esperienze ed emozioni.
Punto fondamentale del discorso è quello della necessità di superare gli stereotipi, includendo la famiglia e facendo capire ai genitori l’importanza della loro partecipazione. I consigli per i genitori sono quelli di giocare con i propri figli, di evitare di creare un ambiente di censura ma al contrario crearne uno accogliente, passare del tempo con i propri figli e condividere l’esperienza anche con il dialogo, ad esempio chiedendo al bambino quali sensazioni abbia provato, in modo da creare un ponte di collegamento fra quelli che troppo spesso vengono visti come mondi distanti (ovvero quello dell’adulto e quello del bambino).
Infine arriva il turno di Jolanda Restano, autrice e blogger (filastrocche.it), che sottolinea il piacere del poter portare la tradizione online. La Restano nomina il popolare gioco dell’oca e cerca di stimolare negli ascoltatori una riflessione su come il gioco di gruppo si sia evoluto fino ad arrivare a Mario Party 10, che in qualche modo ne ricorda le modalità. Secondo Jolanda Restano è molto importante modificare l’approccio dei genitori ai videogame, così come è importante entrare nel mondo del bambino per stimolare momenti di condivisione. Ovviamente la modalità e la misura sono fondamentali, ma questo vale per tutto e non solo per i videogiochi! Infine la Restano ricorda quanto sia importante ricordare che non è necessario accanirsi nella ricerca di uno scopo educativo nei videogiochi perché, per quanto possano essere effettivamente utili sotto questo punto di vista, a volte l’importante è semplicemente divertirsi.
Ricordiamo che Mario Party 10, caratterizzato dalla possibilità di giocare in 5 e da oltre 70 mini-giochi, è ora disponibile per Nintendo Wii U. Buon divertimento!
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