Siamo ben oltre la diatriba sul cervello rettiliano: perché a giudicare da quello che bisogna fare per usare davvero questa nuova comodissima funzione Android servono tre mani operative. Uomini con i piedi prensili ne abbiamo?
Google cerca in tutti i modi di migliorare il proprio sistema operativo anche da mobile. La rivalità con Apple si gioca non solo sull’hardware ma chiaramente anche nel software. Per questo motivo la società della grande G a volte sembra sperimentare senza senso.
Aggiungendo ed eliminando funzioni e servizi con un ritmo da capogiro. Stavolta, mentre nel Google Play Store una funzione se ne va, ce n’è una che arriva con Android 15 che potrebbe essere perfetta… se avessimo una mano in più per utilizzarla.
Quanto è complicata la nuova funzione Android? Abbastanza
L’utilizzo degli smartphone oltre le telefonate e i messaggi è una realtà con cui soprattutto chi produce e mantiene i sistemi operativi deve fare i conti. C’è necessità di rendere oggetti potenzialmente piccoli e scomodi molto più facili e versatili nella vita di tutti i giorni. Una delle funzioni Android che però non sembra trovare il suo posto è il drag and drop.
Già a partire da Android 13 abbiamo avuto modo di vedere questa funzione attivarsi se si preparava lo schermo con due app appaiate attraverso lo split screen. Un sistema forse un po’ limitato, proprio perché funzionava solo se le due app erano presenti contemporaneamente sullo schermo, ma di certo con un po’ di esercizio facile e soprattutto intuitivo. Con Android 14 e con ora Android 15 la funzione sembra voler diventare più ambiziosa.
Ma continuano a mancare alcuni dettagli che aiuterebbero a trasformare questa funzione Android in qualcosa di realmente funzionale. Perché staccare la funzione drag and drop dalla presenza dello split screen significa che quello che si vuole copiare e incollare deve rimanere sullo schermo, trascinato qua e là con almeno un dito, mentre si cerca l’app in cui infilare quello che si è copiato con l’altra mano.
Un esercizio di stretching decisamente complesso, soprattutto quando l’app in cui disgraziatamente volete rilasciare il contenuto non è immediatamente visibile: con una terza mano dovreste aprire l’elenco delle app e cercare quella che serve. Da ultimo Google si ostina a non voler ancora inserire degli ausili visivi su dove rilasciare il contenuto. Eppure basterebbe molto poco per trasformare il drag and drop in qualcosa di utile e che gli utenti potrebbero inserire nella loro routine. Forse solo questo personaggio potrebbe usarla degnamente quindi.
Anche perché, dato proprio il modo in cui gli smartphone sono ora un ingranaggio essenziale della vita di tutti i giorni personale e lavorativa, le occasioni in cui si deve copiare qualcosa da una app e incollarla all’interno di un’altra app aumentano. Se Apple è riuscita con il suo drag and drop a far lavorare gli utenti con solo le due mani che tutti abbiamo a disposizione non è difficile immaginare che anche Google, con un po’ più di attenzione alla usabilità, potrebbe fare altrettanto.