Nelle scorse ore è emersa la notizia di una nuova maxi frode con protagonista le criptovalute. Nel dettaglio, come riferito da punto-informatico.it, il governo degli Stati Uniti, e di preciso il Dipartimento di Giustizia, ha sequestrato circa 3.4 miliardi di dollari in Bitcoin.
Il motivo di tale ingente confisca lo si deve al fatto che le stesse criptovalute sarebbero state ottenute illegalmente da James Zhong attraverso l’accesso al marketplace Silk Road. In totale sono stati sequestrati 50.676 BTC a novembre del 2021, e Zhong è stato accusato di frode informatica, rischiando fino a 20 anni di prigione. Il sequestro è avvenuto di preciso il 9 novembre di un anno fa, esattamente 12 mesi orsono, quando il valore dei Bitcoin era il triplo rispetto a quello attuale, e si tratta del più grande sequestro di criptovalute della storia del Dipartimento di Giustizia. Come ricorda punto-informatico.it, il metodo “follow the money”, “segui i soldi”, sembrerebbe quindi funzionare anche nel mondo digitale. Zhong aveva deciso di custodire la maggioranza dei bitcoin in una cassaforte che si trovava al piano interrato dell’abitazione dello stesso, e in un single-board computer, che era stato nascosto in una scatola di popcorn che si trovava nell’armadio del bagno.
Ma cos’è Silk Road? Si tratta di un marketplace, un negozio online, presente nel dark web e fondato da Ross Ulbricht, vero nome di Dread Pirate Roberts; quest’ultimo è un personaggio che era stato arrestato nel 2013, e condannato due anni dopo all’ergastolo. James Zhong aveva dato vita a questa maxi frode a settembre di dieci anni fa, aprendo nove diversi account, ed effettuando 140 transazioni in successione molto rapida, di modo da ingannare il sistema di elaborazione dei prelievi di Silk Road, e così facendo è riuscito ad intascarsi, in maniera ovviamente illecita, circa 50mila Bitcoin, poi trasferiti al sicuro in vari wallet, dei portafogli digitali, di modo da celarne il più possibile le tracce. Oltre ai 3.4 miliardi di dollari digitali, a Zhong sono stati sequestrati anche ben 661mila dollari in contanti, con l’aggiunta di 25 monete Casascius (Bitcoin fisici), e lingotti d’oro e d’argento. L’arrestato, in seguito, ha consegnato al governo degli Stati Uniti altri 1.004 Bitcoin: nei prossimi mesi si attende la sentenza del processo, ma come scritto sopra, il 32enne rischia ben 20 anni di galera.
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