Un mondo dei videogiochi più giusto e una industria più onesta passa anche necessariamente da un riconoscimento più ampio e evidente dei developer. Ed è proprio per questo che la IGDA, International Game Developers Association, ha deciso di mettere mano alle linee guida relative al modo in cui nei videogiochi che vengono distribuiti devono essere indicati i developer nei credit.
La questione delle maestranze è una questione che il mondo dei videogiochi eredita da altre forme artistiche. Prima dei videogiochi fu infatti la volta della televisione e prima ancora del cinema. Dare a Cesare ciò che è di Cesare è ora un automatismo quando si devono compilare per esempio i titoli di testa o di coda di un film o di un episodio di una serie TV. Su fondo spesso nero scorrono nomi su nomi e a volte si è portati a pensare che non ci sia bisogno di elencare proprio tutti.
Ma è una questione di rispetto. Perché se il film o l’episodio è riuscito è merito di tutti e tutti vanno indicati. I videogiochi sono, rispetto a televisione e cinema, di certo gli ultimi arrivati ed è quindi necessario un po’ di tempo per trovare, anche nei videogiochi, un format e delle linee guida adeguate al numero di talenti che contribuiscono alla realizzazione di un titolo. A seguito di diverse lamentele ricevute proprio da vari developer la IGDA ha per questo deciso di aggiornare le linee guida.
Nuove regole per i credit ai developer, attenzione a port e remaster
Tra le sezioni più importanti delle nuove linee guida c’è la nuova necessità di ribadire un concetto che sembra elementare e che riguarda proprio ciò che succede quando un videogioco per esempio salta da una piattaforma all’altra oppure esce in versione remaster, se ne fa un remake oppure semplicemente viene ridistribuito così com’era. Come ci si dovrebbe comportare? Se la logica non aiuta chi compila i crediti la IGDA stabilisce che è necessario indicare tutti coloro i quali hanno lavorato anche agli eventuali giochi originali con possibilmente la dicitura “Original Team Credits” ed essere posizionati prima dei credit relativi ai developer che si sono occupati dell’eventuale nuova versione.
Un altro elemento che viene sottolineato é che i developer singoli membri dei team vanno indicati anche se cambiano team di sviluppo prima dell’uscita ufficiale del gioco su cui stavano lavorando. Vanno poi indicati anche tutti i colori quali abbiano iniziato a lavorare almeno da un mese. E se pensate che queste cose non succedano andatevi a guardare il remaster di Metroid Prime in cui mancano i credit relativi proprio al team originale oppure spulciate un po’ i credit per The Callisto Protocol da cui mancano almeno 20 nomi di developer, che a quanto pare non sarebbero stati inseriti perché non sono rimasti nel team fino al rilascio definitivo.
L’importanza di essere nominati per il lavoro che si svolge è un segno di riconoscimento. Nella storia dell’arte, e noi continuiamo a batterci perché i videogiochi siano riconosciuti come forma di espressione artistica e per questo facciamo questo paragone, uno dei momenti fondamentali è stato proprio quando è stato possibile attribuire con una firma la paternità di un’opera a qualcuno. I videogiochi sono una forma d’arte ancora giovane e che ha bisogno di imparare: e anche il rispetto per le proprie maestranze interne è qualcosa cui occorre essere esposti e per cui ci si addestra.