Comprare videogiochi online è facile. Ma è altrettanto facile cadere in una truffa creata appositamente per i videogiocatori, come questa.
Come ogni attività umana, anche i videogiochi hanno la loro buona dose di truffe e raggiri. Di certo abbiamo superato da tempo quelle in cui, per strada, si cercava di vendere alla gente scatole che avrebbero dovuto contenere console e che invece contenevano mattoni.
Adesso tutto viaggia online ed è tutto, purtroppo, orchestrato abbastanza bene da gabbare molte persone. è il caso di quello che c’è nell’allarme lanciato sui social da una famosa piattaforma. Attenzione quindi a non caderci con tutte le scarpe.
Per ogni giocatore c’è una storia che fa sempre sorridere. Molte volte è il ricordo del primo gioco che si è giocato, del primo che sia finito, del primo che si è comprato con i propri soldi della paghetta. E per un’intera generazione questo corrisponde al glorioso passato della console Sony. Ma purtroppo Sony non sembra intenzionata a riportare nelle nuove interazioni di PlayStation quei grandi titoli del passato cui molti di noi sono legati.
Entrano in scena gli emulatori: piattaforme che dovrebbero avere lo scopo di permetterci di continuare a giocare con quei titoli che abbiamo in soffitta ma che magari non abbiamo modo di tirare fuori per carenze di spazio. Tra gli emulatori più famosi ce n’è uno che funziona per PS3: RPCS3.
Ma proprio dall’account sul social di Elon Musk di RPCS3 arriva un allarme che riguarda una truffa decisamente estesa. RPCS3 come piattaforma di emulazione per PS3 esiste in un’unica versione: per PC. Ma sugli store che si occupano di prodotti per Android e iOS sono spuntati e continuano a spuntare come funghi avvelenati fantomatici emulatori che dovrebbero fornire gli stessi servizi in mobile.
L’appello che si legge sull’account di RPCS3 è quello di non cadere nella truffa e di ricordare sempre che non esiste una versione nativa né per Android né per iOS e, soprattutto, che chi è dietro la piattaforma RPCS3 non ha nessuna intenzione di fare un porting su queste piattaforme.
Quelli che vengono spacciati per emulatori mobile, si legge ancora nei messaggi, vengono pubblicizzati o con video fasulli, o con contenuti registrati utilizzando una reale console PS3 oppure sfruttando proprio RPCS3 con una operazione di malefico rebranding.
Sul perché poi chi gestisce RPCS3 non voglia lanciarsi in una versione mobile ci sono diversi commenti che provano a dare una spiegazione. Quella più legittima, che rimbalza anche tra gli utenti, è la difficoltà di portare un software così complicato come i giochi per PS3 in ambienti limitati come possono essere quelli degli smartphone.
C’è chi fa una previsione, parlando di 10 o 15 anni come momento in cui l’hardware mobile sarà effettivamente in grado di far girare un gioco PS3 attraverso un emulatore senza problemi. Ma nel frattempo tenetevi alla larga da quello che c’è sugli store.
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