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Occhio bionico: uomo vede la moglie per la prima volta dopo 10 anni

Sono passati più di dieci anni da quando un uomo di 68 anni, di nome Allen Zderad, ha potuto vedere sua moglie; oggi però, grazie agli incredibili progressi della tecnologia anche in campo medico e prostetico, Allen è stato in grado di vedere di nuovo la sua amata consorte!

Il problema di Allen è nato a causa di una malattia oculare genetica chiamata retinite pigmentosa. Purtroppo in molti casi questa malattia porta alla cecità ed è stato proprio questo il caso di Allen, che ha dovuto fare i conti con una disabilità non facile da gestire. La moglie è sempre stata al suo fianco durante la malattia fino a quando, di recente, un team di specialisti della Mayo Clinic ha deciso di prendere in mano il suo caso e utilizzare un dispositivo chiamato Argus II Retinal Prosthesis System, prodotto da Second Sight e messo in funzione sull’uomo per la prima volta.

La moglie di Allen, Carmen, ha raccontato di come negli anni si fossero convinti di non poter fare assolutamente nulla per recuperare la vista… ma il video che trovate in calce all’articolo racconta una storia diversa.

La particolare protesi rende gli occhi di Mike bionici a tutti gli effetti; se siete curiosi di conoscere i dettagli dell’innovativo dispositivo trovate in calce all’articolo un secondo video che ne illustra il funzionamento. Ecco una descrizione presa dal sito della compagnia produttrice: “Il dispositivo è disegnato per bypassare i fotorecettori danneggiati in blocco. Una camera miniaturizzata montata sugli occhiali del paziente cattura la scena, poi il video è inviato a un piccolo computer indossato dal paziente dove viene processato e trasformato in istruzioni, inviate nuovamente agli occhiali tramite un cavo. Queste istruzioni sono trasmesse via wireless a un’antenna nell’impianto. I segnali sono inviati a un array di elettrodi che emette piccoli impulsi elettrici, pensati per bypassare i fotorecettori danneggiati e stimolare le cellule restanti della retina, che trasmettono l’informazioni visiva al nervo ottico e di conseguenza al cervello. Questo processo è pensato per creare la percezione di schemi di luce, che i pazienti possono imparare ad interpretare come schemi visivi”.

Ancora pochi anni e queste tecnologia potrebbe evolversi ulteriormente, consentendo a diverse persone di riacquistare almeno in parte la vista perduta… ecco il video, meglio preparare i fazzoletti.

Fonte: thedailywh

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