E’ solo una paura infondata, o davvero Oddworld Soulstorm potrebbe non piacermi? Cosa non mi sta convincendo di quello che vedo?
Se seguite Videogiochi.com avrete ormai capito che il lunedì è il giorno di Triggered, la rubrica in cui il sottoscritto non esamina qualcosa che lo ha triggerato, appunto, della settimana appena passata. Per questa volta, però, la programmazione salta. E non perché oggi sia Pasquetta, ma perché tra pochissime ore ci sarà qualcosa di molto importante, per me. Questo è uno di quegli articoli in cui il canonico e spersonalizzante “noi” giornalistico deve essere accantonato in nome di una riflessione che è incredibilmente intima e soggettiva, e pertanto non supportabile attraverso numeri, grafici, rimandi o altro. Tra poche ore, domani 6 aprile, Oddworld Soulstorm sarà scaricabile gratuitamente per gli abbonati Playstation Plus di PS5 (solo per loro, ecco questo un po’ mi triggera). E io sono terrorizzato dal fatto che possa non piacermi.
Abe è stato uno dei miei più grandi amici da bambino. La sua avventura, che partiva dal ventre malato dei Mattatoi Ernia, in un viaggio alla ricerca della libertà, della conoscenza di se stesso e del proprio popolo, del modo migliore per liberarlo, mi hanno segnato profondamente. Ho giocato Oddworld Abe’s Oddysee un numero di volte altissimo, e sono quasi certo, pur avendo molti giochi fantastici (si spera) davanti a me e molti anni (si spera!) di vita ancora da vivere, che sarà proprio quello il titolo che avrò giocato più volte nella mia vita quando sarà game over. Oddworld Abe’s Oddyssee era ed è un capolavoro, e lo era anche il sequel, Oddworld Abe’s Exoddus. E anche il terzo capitolo della saga, Munch’s Oddysee, mi ha lasciato con dei ricordi profondissimi. Ho ancora dei flashback nitidi di sezioni di gioco che vivevo nella spensieratezza della mia infanzia, ora nel torrido caldo, sorseggiando limonata, ora con l’eco della pioggia scrosciante, dopo aver finito i compiti. Ed è per tutto questo e non solo che ho paura che Oddworld Soulstorm possa non piacermi.
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Sarò sincero e diretto, non ho apprezzato Stranger’s Wrath. Ma in fondo dagli stessi sviluppatori è ritenuto un titolo spurio, una sperimentazione, e io faccio lo stesso, mettendolo fuori dalla categoria “ABE”. Ho invece apprezzato tanto l’ultimo lavoro di Oddowrld Inabithants Inc con il loro nuovo e vecchio New’n’Tasty. Una rispolverata e un lifting al buon vecchio Oddysee. Eppure, malgrado lo abbia apprezzato, ad oggi continuo a ritenerlo inferiore al primogenito dello studio americano, che in quel 1997 folgorarono il mondo. Quando venne annunciato Oddworld Soulstorm, che dal trailer originale sembrava promettere un tuffo ancora più profondo nella follia, nel macabro, nel grottesco e nell’eccessivo universo di Abe e dei suoi fratelli Mudokons, il bambino che è in me quasi si commosse. Poi però, man mano che il tempo passava e i video e le immagini si susseguivano, ecco che quello che era partita come una frase ironica diventa una paura fondata. E se Oddworld Soulstorm non mi piacesse?
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Non posso dirlo con certezza, ma le immagini che sono state mostrate mi fanno temere. In Soulstorm è stato inserito il doppio salto, i rumor parlavano di un inserimento già in New’n’Tasty, fortunatamente non è stato così. Non solo, i video ci mostrano animazioni poco realistiche, come quando Abe scava per cercare materiali con cui craftare oppure quando lega (lega!) uno Slig dopo averlo stordito con delle caramelle (caramelle!) e inizia ad armeggiare con il corpo del nemico, che si arrotola da solo quando l’animazione del Mudokon è ormai terminata. E poi un trionfo di laser, fiamme, sparatorie, esplosioni. Per non parlare di quella che sembra essere la fase finale di ogni “livello”, con Abe chiamato a eliminare i nemici mentre i suoi fratelli scappano sullo sfondo, come in un tower defense. In parte mi piace molto quello che vedo, ma dall’altra parte mi chiedo se riuscirò mai più a rivivere quanto ho provato in Abe Oddysee. La paura di un passo falso, l’oscurità più totale, la direzione artistica sopraffina. Ascoltare i rumori agghiaccianti dei nemici e studiare la prossima mossa, consci della carnalità e della debolezza di Abe e degli schiavi che deve liberare. Domani ne saprò di più, quando inizierò a giocarci e a lavorare per la videorecensione. Ma la sensazione è che per voler ingigantire le cose si sia finito per appiattire molto di quanto c’era di buono in quell’avventura del 1997. Spero di sbagliarmi. Ma se non mi sbagliassi, almeno so che un paio di click e il launcher di Steam mi separono dal ritorno…
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