Odissea sorprendentemente proibita negli USA per questioni di genere; che ne sarà ora di Assassin’s Creed Odyssey, ambientato nell’antica Grecia?
Col nuovo anno, siamo ancora di più entrati negli anni venti del XXI secolo, ma ancora arrivano notizie che ci riportano ai tempi della caccia agli eretici e alle streghe. La nuova sorprendente notizia arriva dagli USA: proibito in una scuola il poema epico attribuito ad Omero per questioni di genere e di carattere comportamentale.
Tutti ci chiediamo come possa un testo così importante nuocere in qualche modo alle norme di comportamento del nostro secolo.
Il fatto, riportato dal Wall Street Journal, vede coinvolto lo stato del Massachusetts e sembra derivare da un movimento partito da Twitter, lanciato dall’hashtag “DisruptTexts”. I sostenitori chiedono la proibizione ogni testo letterario che non sia conforme alle attuali norme di genere, di rispetto dell’individuo e di etnia.
Penelope presenterebbe quindi un modello di donna stereotipato e dipendente dal marito, contrario all’emancipazione femminile per cui in molti si stanno ancora battendo in questi anni.
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Il movimento punterebbe quindi a togliere tutti i testi con violenza, razzismo e ruoli di genere stereotipati; un intento nobile se attuato alla società, meno se si parla di letteratura (specie di altri secoli).
Più che proibire (sempre pericoloso) si dovrebbero studiare i testi contestualizzandoli, apprezzandone i contenuti artistici e letterari e magari perché no, sfruttarli per portare avanti discussioni su tematiche sociali attuali.
Se guardiamo ai ruoli di genere, dovremmo allora rinunciare alla totalità della letteratura cavalleresca: addio a re Artù e i suoi prodi cavalieri, addio al mondo del fantasy che tanto deve proprio alla cultura letteraria e folklorica del passato. Addio quindi anche ai videogiochi, spesso ispirati da questi mondi e da sempre considerati da molti “dannosi”, specie per gli adolescenti.
Ci chiediamo quindi se il prossimo obiettivo del movimento diventeranno proprio i videogiochi; potrebbero a questo punto chiedere magari il ritiro dal mercato proprio di un titolo ambientato nell’antica Grecia, Assassin’s Creed Odyssey.
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Il nostro augurio è che la cittadinanza del Massachusetts (compresi molti professori che si sono schierati dalla parte del movimento) impieghi la sua energia per combattere i tanti problemi che affliggono la nostra società, lasciando stare i prodotti artistici. La letteratura è arte, i videogiochi sono una forma moderna d’espressione artistica: godiamone e sfruttiamoli per riflettere.
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