Open World vi porta alla scoperta dei mondi nel del mondo del videogioco; per questo appuntamento, focus su Assassin’s Creed Valhalla.
Open World è la rubrica che vi porta alla scoperta dei “mondi” all’interno del mondo videoludico che un determinato titolo, attraverso l’esperienza di gioco, ci porta ad esplorare. Oltre ad azione e un gameplay stuzzicante può esserci, infatti, molto di più; il nostro obiettivo è allargare i vostri orizzonti, portando sotto i vostri occhi storie, approfondimenti e strutture narrative.
Per questo primo appuntamento, il focus è tutto su Assassin’s Creed Valhalla, nuovo capitolo dell’amata serie videoludica lanciato per console di nuova e vecchia generazione lo scorso novembre. Pronti, partenza…Open World!
La storia del nuovo AC ci trasporta nei panni di Eivor, guerriero norvegese vissuto nel IX secolo, mettendoci subito a contatto con le dinamiche di un mondo vichingo che, da lì a poco, lascerà in maniera decisiva la sua impronta sia nell’Europa centrale che in Gran Bretagna.
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Le guerre fra clan sono all’ordine del giorno, in una società fortemente organizzata sui rapporti di fedeltà ad un uomo più che ad uno Stato con leggi condivise; nulla di diverso da quanto presentato da Vikings, serie History che in questi anni ci ha narrato le vicende del leggendario Ragnar Lothbrok e dei suoi figli. Come Eivor, anche Ragnar si lancia verso Ovest ed approda sulle coste della Gran Bretagna, dove entra a contatto con la frammentaria organizzazione dell’isola britannica, divisa in diversi regni.
Non era raro nelle comunità scandinave di quel periodo storico, chiuse e “asfissianti”, trovare giovani volenterosi di affermarsi altrove, liberi dai vincoli e dalle tradizioni della Sippe (il gruppo familiare); proprio da questa scelta si fondano i primi gruppi di vichinghi, fondati su accordi scelti autonomamente più che sul legame di sangue.
Nella narrazione di Vikings, ispirata alla saga islandese dedicata appunto a Ragnar e ai suoi figli, c’è grande spazio per l’inventiva e la “romanzizzazione” delle vicende (specie sul personaggio di Ragnar, che nel materiale originale viene surclassato dalla figura dei figli) così come in Valhalla, che inserisce una trama d’ispirazione storica ben inserita nel contesto “fantastico” ben collaudato del franchise di Assassin’s Creed.
Inevitabili, in entrambi questi due prodotti d’intrattenimento, i riferimenti alla mitologia norrena, così radicata in una cultura come quella vichinga; spazio quindi alle figure di veggenti, a visioni, a interpolazioni fra la sfera divina (di cui indiscusso protagonista è Odino, divinità centrale specie nella cultura vichinga) e quella umana, con la tradizione che diventa perfettamente finzione appassionante e coinvolgente, sia su console che sullo schermo televisivo.
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Sia nel videogioco che nella serie televisiva, i fan vengono messi a contatto con una civiltà che ha lasciato il segno nel “flusso” storico che, ininterrotto, continua ad avanzare fino ai giorni nostri ed oltre; un “mondo aperto”, con cui entrare in contatto anche grazie a del sano intrattenimento, videoludico o televisivo.
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