Open World vi porta alla scoperta dei mondi nel mondo del videogioco; per questo appuntamento, focus sul recente Chivalry 2.
Open World è la rubrica che vi porta alla scoperta dei “mondi” all’interno del mondo videoludico che un determinato titolo, attraverso l’esperienza di gioco, ci porta ad esplorare. Oltre ad azione e un gameplay stuzzicante può esserci, infatti, molto di più; il nostro obiettivo è allargare i vostri orizzonti, portando sotto i vostri occhi storie, approfondimenti e strutture narrative.
Per questo nuovo appuntamento, il focus è tutto su Chivalry 2, nuovo capitolo della saga sviluppata da Torn Banner Studios e pubblicata da Tripwire Interactive disponibile per PC, PS4, Xbox One e console di nuova generazione, PS5 e Xbox One Series X/S. Pronti, partenza…Open World!
Chivalry 2, i doveri di un cavaliere
Il nostro immaginario collettivo ha ormai consacrato e confinato la figura del cavaliere in un mondo prettamente fiabesco, e gli ha attribuito come una delle sue mansioni principali quella di salvare giovani fanciulle in pericolo.
Certo, molto hanno influito per arrivare a questo i romanzi cortesi e le quête arturiane, ma essere un cavaliere nel Medioevo comportava il rispetto di un rigido codice etico e comportamentale, con principale attività quella della guerra.
Non stride quindi la presenza di una figura del genere in un gioco come Chivalry 2, dove è presente (bilanciata comunque da freschezza e ironia grottesca) una cruda violenza, che traspare in battaglie perfezionate dagli sviluppatori grazie all’aggiornamento continuo del sistema di combattimento.
D’altronde, il cavaliere era un vero e proprio ruolo politico all’interno della società, di fondamentale importanza (nella funzione di vassallo) per il mantenimento del potere del signore di turno e, di conseguenza, per il mantenimento dell’ordine sociale.
Non solo dunque compiti politici e militari ma, come ci spiega lo scienziato e trattatista spagnolo del XIII secolo Raimondo Lullo, un cavaliere doveva aspirare e tendere sempre coi suoi comportamenti a valori come fede, speranza, carità, giustizia, forza, moderazione e lealtà, gli stessi tra l’altro (come emerge da altri testi, anche poetici, del periodo) che dovevano essere fatti propri da un buon signore.
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Tra gli altri compiti di “costume” riportati da Lullo troviamo il cavalcare in battaglia, partecipare a giostre, frequentare tornei e cacciare; un vero e proprio stile di vita regolato, che passava comunque sempre attraverso i campi di battaglia. Un aspetto che i giocatori di Chivalry 2 possono sicuramente approfondire, come sempre al grido “alla pugna!”.