Open World vi porta alla scoperta dei mondi nel mondo del videogioco; per questo appuntamento, focus su Crusader Kings III.
Open World è la rubrica che vi porta alla scoperta dei “mondi” all’interno del mondo videoludico che un determinato titolo, attraverso l’esperienza di gioco, ci porta ad esplorare. Oltre ad azione e un gameplay stuzzicante può esserci, infatti, molto di più; il nostro obiettivo è allargare i vostri orizzonti, portando sotto i vostri occhi storie, approfondimenti e strutture narrative.
Per questo nuovo appuntamento l’attenzione è tutta puntata su Crusader Kings III, terzo capitolo della saga di strategia in tempo reale sviluppata da Paradox Interactive. Pronti, partenza…Open World!
Per chi non lo conoscesse, il titolo offre ai giocatori la possibilità di catapultarsi nei regni feudali medievali, controllando una propria casata e facendo si che questa cresca, prosperando in potere, territori e lustro. Un gioco di strategia in tempo reale che rende omaggio ad un periodo mitizzato dal Romanticismo artistico e che, declinato, è presente culturalmente anche oggi grazie al genere fantasy.
Tra le varie possibilità offerte ai giocatori con una patch, anche quella di comporre poesia; sappiamo come (a differenza dei giorni nostri) i grandi signori, proprio per una questione di mantenimento del suo prestigio e della sua casata, erano inclini ad usare i mezzi artistici per suggellare le loro grandi imprese.
Senza stampa, la poesia svolgeva in questo un ruolo fondamentale; trovatori e trovieri venivano spesso protetti e avevano un ruolo nelle varie corti (itineranti all’epoca, lontane dall’idea di corte che ci ha trasmesso Luigi XIV con la sua Versailles), dedicando opere o componendo versi con protagoniste le imprese dei loro signori.
In alcuni esempi poetici, troviamo spesso la rappresentazione di quello che doveva essere il “buon” signore, leale, cortese, generoso coi suoi sottoposti e incline alla rettitudine e, qualora questi “mancassero”, non si lesinavano nel sottolinearlo; ne abbiamo un esempio col catalano Raimon Vidal de Besalù, che nel suo nova (o ensenhamen) Abril issi’e mays intrava, oltre a definire le caratteristiche del buon signore, non manca di lamentarsi della mancanza di queste qualità nei signori del suo tempo (prima metà del XIII secolo).
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La poesia, nel periodo del videogioco, non soltanto era fonte d’intrattenimento, di lustro o trattante tematiche amorose, ma aveva anche un compito morale e una funzione prettamente politica. Non dimenticatelo mentre fate prosperare la vostra casata!
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