Open World vi porta alla scoperta dei mondi nel mondo del videogioco; per questo appuntamento, focus su Dante’s Inferno.
Open World è la rubrica che vi porta alla scoperta dei “mondi” all’interno del mondo videoludico che un determinato titolo, attraverso l’esperienza di gioco, ci porta ad esplorare. Oltre ad azione e un gameplay stuzzicante può esserci, infatti, molto di più; il nostro obiettivo è allargare i vostri orizzonti, portando sotto i vostri occhi storie, approfondimenti e strutture narrative.
Per questo nuovo appuntamento, il focus è tutto su Dante’s Inferno, dark fantasy sviluppato da Visceral Games e uscito ormai un decennio fa, ispirato liberamente alla prima cantica della Divina Commedia di Dante. Pronti, partenza…Open World!
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Capolavoro della nostra letteratura (e non solo), la Divina Commedia è un poema allegorico che offre un’esperienza totale, attuale (come ogni capolavoro letterario) in ogni epoca per il suo contenuto “universale”.
Proprio per questo, non ci sorprende che un prodotto culturale di tale spessore, capace di ispirare poeti e letterati di tutto il mondo e di diverse età e movimenti artistici, sia finito per essere il materiale di partenza di un videogioco.
La parte più “viva” e umana dell’intero poema è sicuramente l’Inferno, nonostante magari Dante nel Paradiso tocchi vertici stilistici più alti; la prima delle tre cantiche, coi suoi personaggi dannati e peccatori, non soltanto tocca tematiche vicine alla vita di ogni essere umano, ma offre un ricchissimo materiale di partenza per prodotti dark fantasy proprio come il nostro videogioco.
Traslata d’epoca, fuori dal contesto e dall’ideologia medievale, il sistema teologico presentato da Dante nell’Inferno si sposa perfettamente con un genere che oggi definiamo d’intrattenimento, e da modo a chi volesse affrontare la sfida (come ha fatto il team di Visceral Games) di creare un mondo “fantastico” e oscuro tutto da scoprire.
Il videogioco porta i giocatori nei panni di Dante, mantenendo l’invariante del protagonista; questa volta però, non si tratta di un letterato, bensì di un Dante presentato come un reduce della Crociata e pronto a calarsi anche nell’Inferno per salvare l’anima dannata della sua amata, Beatrice.
Ancora una volta vengono sfruttati tipi e motivi direttamente dal “fertile” Medievo: eccoci quindi nei panni di un classico cavaliere, pronto ad affrontare terribili sfide e terrificanti nemici sulla strada che lo separa dalla sua amata. Questo motore narrativo, tipico dei nostri giorni e derivanti proprio dai testi medievali (ve ne abbiamo parlato la scorsa puntata) permette, insieme alla ricchezza dell’Inferno del poeta, di creare un’esperienza videoludica familiare per il pubblico e, allo stesso tempo, letteraria.
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Accolto con favore dal pubblico e dalla critica, Dante’s Inferno ci dimostra ancora una volta che la nostra Letteratura ha molto da offrire ma, badate bene: non soltanto materiale per un videogioco.
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