Open World vi porta alla scoperta dei mondi nel mondo del videogioco; per questo appuntamento, focus sul prossimo Far Cry 6.
Open World è la rubrica che vi porta alla scoperta dei “mondi” all’interno del mondo videoludico che un determinato titolo, attraverso l’esperienza di gioco, ci porta ad esplorare. Oltre ad azione e un gameplay stuzzicante può esserci, infatti, molto di più; il nostro obiettivo è allargare i vostri orizzonti, portando sotto i vostri occhi storie, approfondimenti e strutture narrative.
Per questo nuovo appuntamento, il focus è tutto su Far Cry 6, nuovo capitolo della saga Ubisoft che uscirà il prossimo autunno per PS4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series X|S, PC, Amazon Luna e Google Stadia. Pronti, partenza…Open World!
Questo nuovo capitolo della saga Ubisoft ci porterà sull’isola di Yara, dove Dani Rojas guida la resistenza contro il regime del dittatore Anton Castillo (interpretato da Giancarlo Esposito) con azioni di guerriglia; i giocatori avranno modo di impersonare questo leader che lotta per liberare il suo paese.
Dalle nostre parti, situazioni del genere possono essere vissute solamente in prodotti d’intrattenimento, ma la Storia (come ben sappiamo) ci insegna che lo scorso secolo non è stato proprio così; il Novecento è stato infatti il secolo del trauma dei totalitarismi, dal “nostro” regime fascista passando per il nazismo in Germania o la dittatura comunista in Unione Sovietica, senza scordare il più recente dramma dei Desaparecidos e dunque delle dittature militari in America Latina, Portogallo o Spagna.
Ideologie politiche ed economiche diverse, ma simili sistemi di controllo, manipolazione e persuasione, col fine di disintegrazione l’individuo nella sua parte più intima; propaganda e violenza sono elementi che, nel videogioco, sono stati portati direttamente da esempi purtroppo concreti e sanguinosi.
In determinate circostanze, la guerriglia urbana diventa l’unico modo possibile per resistere all’ondata di terrore che proviene dall’alto, un moto disperato e non propriamente organizzato per affermare la propria individualità e i propri valori, anche a costo di sporcarsi le mani.
Questo nuovo Far Cry è pronto a mettere in campo una cruda umanità in tempi di Resistenza, ben rappresentata in ambito letterario, nel nostro paese, da quella corrente neorealista nata subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale; a livello di tematiche, ci ricorda inoltre come la libertà abbia un prezzo, spesso altissimo e intriso di sangue.
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Qualcuno, in passato, lo ha già pagato per garantirci la democrazia in cui oggi possiamo vivere: a noi il compito di salvaguardare la nostra libertà e quella degli altri, mettendo in primo piano i diritti di ogni individuo. Oggi come ieri, è sempre bene ricordarlo.
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