Un operatore telefonico è finito nei guai con il Governo per non aver protetto a sufficienza i suoi clienti e ora questi sono a rischio.
I problemi degli operatori telefonici possono diventare realmente enormi. La scoperta l’ha fatta questo operatore telefonico in particolare che si trova ora ai ferri corti con il Governo, accusato di non essere stato in grado di proteggere in modo adeguato i clienti.
E anzi, si legge dalle carte, di aver quasi ignorato volutamente una situazione di pericolo. E adesso è partita l’azione legale per chiarire una volta per tutte le responsabilità.
Tutta la questione risale alla ormai famigerata estate del 2021 quando, tutti presi dal problema del covid, altre questioni e altri problemi sono passati in secondo piano. In quella stessa estate del 2021 l’operatore telefonico T-Mobile, uno dei più famosi degli Stati Uniti, inviò agli oltre 79 milioni di utenti che aveva, 2 milioni di questi nello Stato di Washington, un SMS. Nel messaggio l’operatore telefonico metteva in guardia riguardo una possibile fuga di dati a seguito di un data breach.
Qualcosa che purtroppo, per quanto si voglia cercare di proteggersi, può comunque accadere. Adesso però arriva la notizia, e la dà sul social che appartiene ad Elon Musk il procuratore generale dello Stato, quel messaggio è stato ritenuto insufficiente e si sta quindi procedendo ad un’azione legale vera e propria. Il motivo dell’azione legale è che a quanto pare l’operatore telefonico T-Mobile era già a conoscenza dei rischi potenziali della situazione in cui si trovavano i suoi database e, questa la tesi dell’accusa, non avrebbe fatto abbastanza per proteggere i dati dei suoi clienti.
Nei fatti T-Mobile avrebbe ignorato delle vulnerabilità già evidenziate e che quindi avrebbero potuto essere risolte. Per mettere in prospettiva le accuse, c’è da ricordare che quel messaggio sottolineava come non fossero stati coinvolti nel data breach i dati relativi alle carte di credito ma non venivano indicati quali altri dati sensibili erano invece finiti in mano ai cybercriminali.
La tesi finale è che il pericolo cui sono stati esposti gli utenti di T-Mobile si sarebbe potuto risolvere direttamente all’origine, se l’operatore telefonico avesse semplicemente preso in considerazione maggiore le misure di sicurezza da adottare e le buone pratiche, per evitare di cadere vittima di attacchi e fughe di dati. Le scatole misteriose di Amazon sembrano una barzelletta al confronto.
Tra le altre cose, già nel 2013 lo Stato di Washington e l’operatore telefonico si erano trovati in questa situazione a causa di informazioni poco chiare nei messaggi pubblicitari. In più FCC, 2 anni fa, aveva combinato una multa da 15 milioni di dollari a T-Mobile a causa di un altro problema di cybersicurezza.
Anche se il caso non ci riguarda da vicino è comunque un campanello per renderci conto di quanti sono i dati personali che anche semplicemente l’operatore telefonico possiede e che potrebbero, se non vengono gestiti con la massima sicurezza, finire in mano ai criminali.
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