Se si pensa al mondo degli FPS Arena i primi nomi che probabilmente ci saltano alla mente sono Quake e Unreal Tournament. Titoli sicuramente un po’ troppo datati per essere goduti appieno dalle nuove generazioni di videogiocatori e che mal si adattano al mercato odierno.
Ed è proprio questo il motivo, probabilmente, che ha spinto una casa produttrice quale Blizzard a proporre qualcosa di nuovo e innovativo, pur rimanendo con un occhio rivolto al passato e ai padri di questo genere, gli FPS Arena appunto.
Per chi ancora non lo avesse capito, sto parlando di Overwatch.
Dopo quasi un anno, tra Closed e Open Beta, siamo infatti arrivati al momento che molti di voi attendevano con impazienza, il lancio ufficiale.
MOBA e FPS, passato e futuro, Casual e Pr0, Overwatch è la fusione perfetta, il super-soldato di Nietzsche in versione digitale.
Sotto il punto di vista tecnico questo titolo risulta quasi inattaccabile.
Pur conservando molti aspetti dei titoli che hanno fatto la storia di questo genere, Overwatch riesce a rinnovare l’ambiente introducendo con successo meccaniche prettamente appartenenti all’universo MOBA, come le skill e la funzione degli eroi. Non basterà più infatti ”saper sparare dritto” per potersi aggiudicare la vittoria in una delle 12 mappe a nostra disposizione, ma dovremo anche essere in grado di bilanciare correttamente la nostra squadra (formata da sei giocatori) con eroi di supporto, d’attacco, di difesa, e gli immancabili Tank. Ognuno dei 21 eroi attualmente disponibili possiede quattro (o cinque in casi particolari) abilità base uniche, più una ”ultimate” che potremo caricare nel corso della partita ottenendo punti, accumulabili infliggendo danni ai nostri avversari, curando i nostri alleati o aiutando a completare gli obbiettivi di missione di ognuna delle tre modalità di gioco presenti al momento, ovvero Assault, Escort e Control. Ci imbatteremo anche in partite ibride, come le Conquest/Escort.
Nelle partite Assault le due squadre si scontreranno per conquistare (nel caso della squadra attaccante) o per mantenere il controllo di due punti strategici, denominati A e B. Una volta ottenuto il controllo del primo punto alcuni minuti verranno aggiunti al tempo di gioco, permettendo così al team in attacco di ricompattarsi per puntare sul secondo obiettivo.
La modalità Escort invece risulta estremamente conosciuta da tutti coloro che bazzicano una conosciuta villa di Arcore hanno passato alcune ore su Team Fortress 2, il famosissimo FPS Arena di Valve. Per tutti coloro che invece non hanno avuto la possibilità di giocarci, in questa tipologia di partita saremo chiamati a guidare un carrello da un punto all’altro della mappa o a evitare che ciò accada. Potremo muovere il carrello solo su rotaie già predisposte, e otterremo tempo aggiuntivo ogniqualvolta raggiungeremo determinati punti strategici, che fungeranno da checkpoint. Per spostarlo basterà semplicemente sostare al suo fianco, mentre la velocità di movimento sarà dettata dal numero di membri della squadra in zona, fino a un massimo di tre.
Non basterà più infatti ”saper sparare dritto” per potersi aggiudicare la vittoria in una delle 12 mappe a nostra disposizione, ma dovremo anche essere in grado di bilanciare correttamente la nostra squadra.
Control invece riprende da una delle modalità più classiche del mondo degli FPS Arena, ovvero King of the Hill. Le due squadre si dovranno contendere il controllo di un’area, solitamente centrale rispetto all’intera mappa di gioco, per tutto il tempo necessario a portare il proprio contatore dallo 0% al 100%. Per poter conquistare la zona e iniziare quindi a incrementare questo numero il team dovrà liberare tale area da ogni presenza nemica per il tempo necessario a ottenerne il controllo. Una volta fatto questo il conteggio partirà automaticamente e all’altra squadra toccherà l’arduo compito di rubarvene la proprietà, nello stesso modo appena accennato. La prima squadra che riuscirà a portare il proprio contatore al 100% si aggiudicherà la vittoria.
All’interno del gioco è anche presente una modalità ibrida Conquest/escort, dove si dovrà prima conquistare il punto A per poi trasportare il carrello fino alla base avversaria.
E’ inoltre stato inserito, questo solamente in fase di lancio, uno Shop a pagamento dove potremo comprare casse pagandole con valuta reale.
Per quanto manchi una campagna e sia possibile giocare solamente online, la Lore non è stata trascurata da casa Blizzard.
Dopo aver completato il Tutorial, che ci permetterà di prendere confidenza con tutte le meccaniche del gioco, potremo sfidare altri giocatori in Partita Rapida. Per quanto invece riguarda le partite classificate dovremo attendere ancora qualche tempo. Per quanto infatti le Ranked fossero presenti durante tutta la Closed Beta, tale modalità è stata momentaneamente disabilitata a causa del sistema di matchmaking non perfettamente ottimizzato, che portava nella maggior parte dei casi a match pesantemente sbilanciati a favore di uno dei due schieramenti, forzando tutti coloro fossero interessati a ”rankare” in modo sicuro a formare un team con il quale allenarsi e giocare assiduamente, penalizzando fortemente la Solo Queue.
Per quanto manchi una campagna e sia possibile giocare solamente online, la Lore non è stata trascurata da casa Blizzard. Ognuno dei personaggi dispone infatti di una sua storia, destinata a evolversi nel corso del tempo anche attraverso le Cinematic o le varie Novel, alcune delle quali già pubblicate. Insomma, come detto in apertura di questo pezzo i ragazzi di Irvine hanno voluto dare spazio a ogni genere di giocatore.
L’aspetto grafico del gioco va a riprendere da un altro classico del genere, Team Fortress 2, mostrando uno stile cartoonesco, ma non per questo deludente, anzi. Per quanto infatti uno stile più realistico avrebbe potuto ottenere il consenso di una fascia ancora maggiore di giocatori, questa scelta risulta particolarmente azzeccata se affiancata all’aspetto umoristico che caratterizza gran parte dei personaggi giocabili.
MOBA e FPS, passato e futuro, Casual e Pr0, Overwatch è la fusione perfetta, il super-soldato di Nietzsche in versione digitale.
Rimanendo in tema audio, devo ammettere che c’è un dettaglio che mi ha fatto un po’ ridere.
Nel momento in cui si va ad attivare l’ultimate del nostro eroe parte un messaggio sonoro, diverso per ogni personaggio e udibile da qualsiasi punto della mappa. Insomma, per citare un famosa band musicale umoristica, è ”come se io volessi dare un cazzotto e grido prima pugno spaziale”. Cioè, ci potrebbe pure stare, ma non in un gioco così spiccatamente puntato al mondo E-Sport. Questo anche per quanto riguarda l’aura rossa intorno ai nemici, o la barra della vita visibile anche se il nemico è a conti fatti nascosto. Sono quei piccoli dettagli che fanno la differenza tra un gioco bello e un gioco perfetto.
Per quanto riguarda quest’ultimo, consiglio vivamente l’acquisto principalmente ai possessori di computer di fascia medio-alta, in modo da poterlo sfruttare al massimo. Per quanto infatti anche elaboratori di bassa fascia possano essere in grado di ”farlo girare”, i risultati potrebbero essere deludenti o comunque non del tutto soddisfacenti.
Comunque, tirando le somme…
Overwatch risulta un gioco veramente ben realizzato sotto tutti i punti di vista, unendo al suo interno la storia e i punti di forza dei pionieri di questo genere e le nuove tendenze dell’ambiente, riuscendo senza alcun problema ad adattarsi a qualsiasi stile di gioco, dal più pacato al puro competitivo. Con qualche minima correzione, potremmo trovarci di fronte al futuro degli E-Sport mondiali.
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