Il rivale in arrivo di The Sims che va sotto il nome di Life by You è tornato sulla cresta dell’onda qualche giorno fa e ora torna a far parlare di sé per un particolare, anzi una serie di particolari, vittima del Covid.
Si tratta di particolari che all’apparenza sembrano di poco conto ma che in realtà vanno almeno in parte a modificare quella idea di un gioco che punta tutto sul creare una situazione realistica e plausibile all’interno di una simulazione. Trattare alcuni argomenti più delicati della vita è sempre complesso e soprattutto dopo aver sperimentato una pandemia globale decidere di avere o meno elementi che ricordino a tutti questo genere di esperienza, che di certo invece vorremmo in buona parte dimenticare, è complesso. La decisione quindi presa dal team di sviluppo guidato da Rod Humble non è priva di logica.
Il gioco che punta a sostituire The Sims tra quanti adorano le simulazioni di vita reale e che permetterà di andare a sbirciare anche sul posto di lavoro del proprio personaggio quando questo esce di casa sarà quindi privato di malattie e morti accidentali. Come Humble ha spiegato il suo gioco non contiene nessun tipo di violenza.
Il Covid e la pandemia hanno lasciato strascichi e continuano ad avere conseguenze soprattutto a livello psicologico nel modo in cui ci approcciamo agli altri, magari anche semplicemente quando entriamo in un supermercato un po’ affollato. Life by You all’inizio avrebbe dovuto contenere proprio anche gli aspetti della vita collegati per esempio alla malattia. Non necessariamente mali tragici ma anche solo l’influenza.
E invece, come spiegato da Rod Humble, non ci sarà più nessun tipo di morte per malattia o per sfortunate coincidenze. Nessun incidente e soprattutto nessuna scena straziante. Si tratta quindi di una simulazione di vita che non è una simulazione di vita? In realtà Humble spiega che trattandosi di un videogioco in cui tutto, come in ogni videogioco, è frutto di una scelta del giocatore anche l’arrivo della morte sarà una scelta. La spiegazione per cui dentro Life by You non c’è questo aspetto più violento, questa è la parola che usa Humble, nella vita di tutti i giorni ci sembra quanto mai onesta e soprattutto circostanziata: ce ne sono già abbastanza di giochi che trattano di questa parte della vita.
Life by You raccontato così sembra un gioco per educande in cui si può vivere per sempre e non ci si ammala mai. Ma sempre Humble ha spiegato che il gioco si concentra anziché sulla parte violenta della vita sulle relazioni interpersonali. “Non vogliamo che le persone vedano che succedono cose orribili alla nonna” così Humble parla proprio della gestione della eventuale malattia e dipartita dei personaggi spiegando che Life by You è una simulazione di vita in cui è possibile costruire una famiglia e in cui quindi si trovano diverse generazioni. Come a dire che c’è già tanta tristezza nella vita vera che almeno nei videogiochi qualcosa ce la possiamo risparmiare. E a noi questo approccio non dispiace.
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