Ci sono saghe che, per sfruttare il successo, diventano annuali o invadono il mercato con continui spin-off per fare cassa. Ci sono altre serie che, timidamente, lasciano passare anche dieci anni prima di tornare a girare sulle nuove macchine, nonostante la forte richiesta dei fan. Solo alcuni giochi si possono permettere questa scelta e, in genere, si tratta di titoli che, da soli, possono fare la differenza. Oggi torna tra noi Pikmin. Nove anni dopo l’ultima release. Sarà valsa la pena aspettare?
L’ultima console di Nintendo è attualmente in una fase di stallo. Dopo il successo epocale del Wii, su cui in pochi all’inizio avevano scommesso, meno di tre milioni di giocatori coraggiosi hanno dato fiducia all’ultima produzione casalinga della casa di Kyoto. Alcuni parlano già di flop commerciale. All’uscita di ogni nuovo titolo, in molti si chiedono se sarà quello giusto per risollevare le sorti della console.
Il primo capitolo della saga Pikmin, su GameCube, era un gioco che da solo valeva l’acquisto della console… si può dire lo stesso per Pikmin 3? La serie è stata ideata da Shigeru Miyamoto, che in questo terzo capitolo ha supervisionato molto da vicino il progetto, diretto da Shigefumi Hino. Il genere degli strategici in tempo reale è in una fase scarsamente prolifica, e ogni nuovo esponente è accolto oggi con calore dagli appassionati. Pikmin 3 non delude le aspettative, e si rivela molto profondo, con meccaniche perfettamente bilanciate, blandamente nascoste sotto l’aspetto tipicamente rassicurante delle produzioni Nintendo.
L’ultima console di Nintendo è attualmente in una fase di stallo. Dopo il successo epocale del Wii, su cui in pochi all’inizio avevano scommesso, meno di tre milioni di giocatori coraggiosi hanno dato fiducia all’ultima produzione casalinga della casa di Kyoto.
Pikmin 3 parte da un presupposto narrativo interessante. L’obiettivo del giocatore è di raccogliere tutte le risorse disponibili da un pianeta che somiglia vagamente alla nostra Terra, ma che di fatto pare non esserlo, visto che mai troviamo presenza umana o costruzioni derivanti dalla civilizzazione del globo. Tra i relitti dello scenario, ci sono però a volte scatolette o mattoncini, quindi il dubbio resta. La storia vede un valoroso equipaggio partire dal pianeta madre Koppai, che ormai ha esaurito le risorse vitali, per cercarne di nuove nello spazio. Al posto dei vecchi Olimar e Louie, scherzose parodie degli stessi Mario e Luigi, troviamo ora un nuovo capitano, Charlie, di fatto più anonimo e meno carismatico dei protagonisti dei titoli passati. Al suo fianco Alph e Brittany, ingegnere e botanica di bordo. La nuova nave appare più resistente della vecchia Dolphin, ma ogni notte deve ritornare temporaneamente nell’atmosfera per evitare di soccombere alle creature nemiche. Ma quanto dura una giornata del gioco? Per ogni missione avremo a disposizione solo 13 minuti o poco più. Chiunque sarà fuori allo scadere del tempo, sarà fuori per sempre. Caduto per la causa, similmente ai dispersi di Cannon Fodder.
L’RTS offre uno dei migliori usi visti finora dell’ingombrante gamepad, con una comoda mappa 2D e un perfetto controllo di ogni elemento presente nel campo di battaglia.
Un grande ritorno nell’universo fantabucolico dei Pikmin, una trama tradizionale che pare più un pretesto per l’azione e la necessità di procurarsi le risorse. Vecchi e nuovi Pikmin pronti a tutto pur di salvare i propri simili. Anche alla morte. Degni dei migliori Lemmings, eroici simboli del retrogaming sedicibittiano, i Pikmin non aspettano altro che i nostri ordini. Soldati perfetti ed obbedienti, questi piccoli incroci tra vegetali e animali devono lottare con un “bestiario” di nemici inusitato e bizzarro. Esseri ostili ed enormi, rispetto alle microscopiche dimensioni dei Pikmin. Coccinelle ritte su due piedi, molluschi e creature marine, eppure volanti, specie simili a quelle del nostro mondo, ma che paiono mescolare randomicamente tutte le caratteristiche genetiche che siamo soliti vedere nella natura.
Lo splendido comparto audiovisivo nasconde però un approccio fin troppo conservativo e alcune caratteristiche deludono il fan storico.
Cinque i tipi di Pikmin disponibili, differenziati con i colori, e a ogni colore corrispondono tratti salienti. Il Pikmin blu è un nuotatore, quello giallo resiste all’elettricità e può lanciarsi in alto, quello rosso è bravo nelle missioni infuocate. A queste tre razze classiche si aggiungono i muscolosi Pikmin Roccia, distruttori per natura, e i Pikmin rosa in grado di volare. I Pik sono bravi costruttori e possono poi creare dei ponti, dando infinite possibilità di combinazioni per risolvere ogni quest. Alcuni oggetti recuperati fanno nascere nuove unità, diverse a secondo di chi li ha trasportati. Molto gustose alcune scelte d’autore, Pikmin 3 cita le grandi serie di fantascienza videoludica e i maestri dell’illustrazione giapponese. Metroid e Miyazaki su tutti.
I Pik sono bravi costruttori e possono poi creare dei ponti, dando infinite possibilità di combinazioni per risolvere ogni quest.
Lo splendido comparto audiovisivo nasconde però un approccio fin troppo conservativo e alcune caratteristiche deludono il fan storico. Perché raccogliere solo dell’anonima frutta invece che gli oggetti più disparati? Starà all’intelligenza del giocatore mandare in missione i Pik più giusti contro certi tipi di nemici. Acqua vs. Fuoco è il classico modus operandi vincente, ovviamente. L’RTS offre infine uno dei migliori usi visti finora dell’ingombrante gamepad, con una comoda mappa 2D e un perfetto controllo di ogni elemento presente nel campo di battaglia. Sarà possibile tornare a casa, sul lontano pianeta Koppai, o il nostro destino sarà perire nella landa ostile dove siamo atterrati? E non bisogna dimenticarsi di una sub-quest vitale, il dover ritrovare le tracce di Olimar (non giocabile), che pare sia in possesso di una certa chiave… Noi e massimo 100 dei nostri valorosi soldati contro la sfida per l’obiettivo più importante, la sopravvivenza. In fondo, una metafora di ciò che stiamo vivendo adesso col Wii U. Conquistare tutti i giocatori con la reale Nintendo Difference… o morire nel tentativo di farlo.
I Pik sono bravi costruttori e possono poi creare dei ponti, dando infinite possibilità di combinazioni per risolvere ogni quest.
Insomma, dopo 11 anni dal primo episodio della saga torna Pikmin, per dare al Wii U, finalmente, una vera killer application. Uno strategico in tempo reale profondo e ben strutturato che amplia la formula dei due titoli precedenti senza mai osare troppo. Cinque razze da gestire, di cui due inedite, missioni brevi e veloci con obiettivi precisi da compiere, condite da simpatici mini-giochi. Una direzione artistica di alto livello per un comparto audiovisivo di qualità unito a un gameplay solido e intrigante. Un gioco di nicchia, certo, ma da non perdere.
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