ChatGPT bloccato in Italia, ma un altro chatbot potrebbe sostituirlo molto presto. Di quale nuova IA stiamo parlando?
Non vogliamo essere ripetitivi, ma oramai è un dato di fatto: il blocco di ChatGPT in Italia è stato un disastro. Molti di noi si sono ritrovati a non poter più chiedere nessuna domanda al chatbot, lo stesso che aveva la fantastica capacità di rispondere ad ogni nostro quesito senza alcun problema. Purtroppo, dopo le decisioni prese dal Garante della Privacy, l’intelligenza artificiale è stata temporaneamente sospesa.
Sappiamo che si potrebbe usare una VPN per accedervi, come anche cercare un altro chatbot che possa offrire bene o male gli stessi servizi, ma non sarebbe la stessa cosa. Far uso di un servizio come questo è imparagonabile, soprattutto se la possibilità ci viene data nel nostro stesso Paese e senza alcuna restrizione. Allo stato attuale persiste, di conseguenza dovremmo arrangiarci oppure attendere che le cose cambino.
PizzaGPT è come ChatGPT, ma all’italiana: sarà come lo abbiamo sempre desiderato
E qualcosa sta per cambiare infatti, però non per quanto riguarda ChatGPT. Pare che stia per arrivare un suo sostituto, che forse sarà in grado di mettere a disposizione le sue stesse competenze, ecco perché se ne sta discutendo così tanto. Riuscirà per davvero a non farci sentire la mancanza del nostro chatbot di fiducia, oppure sarà soltanto un modo qualunque per riempire un vuoto incolmabile? Vediamo che cosa è stato progettato.
Si tratta di PizzaGPT, ossia un chatbot sviluppato da un italiano, che attualmente non è residente nel nostro Paese, con un obiettivo ben preciso: crearne uno rivoluzionario. Per molti potrebbe sembrare una idea banale o assurda, specialmente perché non è nulla di originale ora come ora, ma aver preso una iniziativa del genere in un periodo come questo – a conti fatti – non può che essere un atto di prestigio da parte sua. Di certo una simile progettazione non si vede tutti i giorni, su questo siamo più che sicuri.
Vi starete chiedendo in che modo funzioni PizzaGPT, ma niente paura: non è così difficile da spiegare. Analogamente a quanto farebbe il vecchio chatbot bannato, il suo rimpiazzo utilizzerebbe l’API turbo-3.5 model di OpenAI, lo stesso che sarebbe in grado di dargli tutto ciò che gli serve per rispondere ad ogni domanda possibile. Allo stato attuale pare che sia ancora pieno di bug, con tanto di layout semplice e schematico, tuttavia siamo convinti del fatto che migliorerà con il passare del tempo.