La decisione di fare o meno un gioco o, come in questo caso, un sequel di una esperienza PlayStation spetta alla casa madre ma tanti sperano che le 200 mila firme raccolte possano in qualche modo indirizzare questa scelta.
Lo sviluppo di qualunque videogioco porta via tempo e denaro e se il gioco è destinato al grande pubblico Sony il tempo e il denaro sono entrambi valori cospicui. Se poi quello che esce non trova il favore di pubblico e critica convincere le alte sfere a una seconda occasione risulta complicato.
Ed è proprio quello che è successo con un gioco uscito qualche anno fa e che non ha convinto buona parte della stampa, anche se ha invece trovato molti giocatori e molte giocatrici entusiasti. Molti ma non abbastanza, a quanto pare. Eppure la fanbase non si è arresa e ha dato vita a una raccolta di firme arrivata adesso a toccare quota 200 mila.
200 mila firme per il seguito, PlayStation pensaci!
Difficilmente una volta presa la decisione di accantonare un progetto le grandi società tornano sui propri passi. Come ogni tanto ricordiamo produrre i videogiochi, per quanto divertente possa sembrare, è un lavoro e le società responsabili della produzione della distribuzione dei videogiochi devono far quadrare i conti e far contenti gli azionisti.
Se quindi, dopo aver investito denaro in un team di sviluppo il prodotto finito si prende solo poco più di 70 di giudizio su Metacritic qualcosa è andato molto storto. Ed è purtroppo quello che è successo a Days Gone. Ma anche se il gioco si è fermato a poco più della sufficienza è comunque piaciuto a un gruppo nutrito di giocatori e giocatrici che, quando Sony ha ufficialmente deciso di accantonare il progetto per il seguito del suo gioco PlayStation, hanno organizzato una petizione su change.org per far sentire la propria voce.
La petizione è stata lanciata nel 2019 e si appresta ora a toccare la soglia delle 200 mila firme. In effetti Days Gone, sviluppato da Bend Studio, risultava un titolo per certi aspetti un po’ anonimo ma che, a giudicare proprio dalla quantità di persone che chiedono a gran voce un secondo giro, è riuscito a toccare molte persone. Purtroppo, probabilmente, quello che PlayStation non vuole rivivere sono i problemi legati al lancio, che non è stato il più tranquillo nella storia di Sony, e che deve avere influito anche su quel giudizio che si è fermato a 71, ben più basso degli 85 che di solito le esclusive degli studi interni PlayStation totalizzano a occhi chiusi.
Fa sempre piacere vedere i giocatori che cercano di perorare la causa dei giochi che hanno amato ma, almeno in questo caso, ci sono davvero poche speranze che Sony si muova a compassione anche perché, il suo team di sviluppo è occupato in altro mentre Sony ha registrato a inizio anno la partenza di Shawn Layden, quello che secondo le parole del director del gioco era l’unico a sostenere il progetto.