Basta parlare con gli NPC solo per sentirsi ripetere sempre le stesse quattro frasi! Se questa tecnologia prenderà piede non ci saranno più personaggi noiosi negli RPG.
Per i giochi di ruolo uno degli aspetti su cui i team di sviluppo lavorano di più è l’intelligenza artificiale che deve muovere i personaggi non giocanti.
Perché sono proprio gli NPC, umani e non, che aiutano a creare quella sensazione di immersione nella storia che poi porta il giocatore a passare ore e ore all’interno di questo mondo fittizio creato per lui o per lei. Ma , e tante volte sono arrivate lamentele al riguardo, quello che fanno gli NPC e quello che dicono gli NPC dopo un po’ stanca.
Una nuova tecnologia appena presentata potrebbe cambiare tutto e dare vita a personaggi non giocanti imprevedibili come veri e propri esseri umani.
I futuri NPC saranno reali come te?
Che cosa ci aspetta nel futuro dei videogiochi? Sappiamo per esempio che tra non molto vedremo una nuova console da parte di Nintendo e sappiamo anche che molto probabilmente Xbox sta lavorando dietro le quinte per qualcosa che possa stupire la grande community del gaming. Ma ci sono poi altre tipologie di attori.
E tra questi Nvidia che nel corso del Gitex Global di Dubai ha mostrato tutto quello che è il futuro per quello che riguarda soprattutto l’interazione, l’intelligenza artificiale generativa e le IA applicate al gaming. Il processo va sotto il nome di Nvidia ACE. Si tratta di un tool che sfrutta l’intelligenza artificiale per creare personaggi secondari che non hanno degli script con frasi pre registrate ma che rispondono in maniera realistica a quelli che sono gli input che arrivano dal giocatore.
Qualcosa di estremamente affascinante per chi ama immergersi realmente nel mondo del gioco che ha scelto. Ma è anche qualcosa di affascinante per il modo in cui vengono sfruttate le tecnologie Nvidia nel loro complesso. ACE, Avatar Cloud Engine, è infatti la somma di quello che è in grado di fare la tecnologia Nvidia RTX per il raytracing insieme a Nvidia NeMo per il language processing. Lo scopo della tecnologia, spiega il colosso, è quello di mettere i developer nelle condizioni di poter creare degli esseri umani digitali che sono poi in grado di produrre, a loro volta, delle interazioni realistiche e plausibili nel momento in cui vengono coinvolti in una conversazione da parte del giocatore.
La dimostrazione della potenza di questa tecnologia è avvenuta attraverso un videogioco (piuttosto semplice), in cui i giocatori interpretavano un detective all’interno di un hotel e avevano il compito di risolvere il caso che gli era stato affidato parlando con dei personaggi gestiti dall’intelligenza artificiale. Di certo si tratta di una tecnologia che intriga e di un trend che vedremo crescere. Immaginate il prossimo Witcher.
Quello che risulta rivoluzionario forse è il modo in cui le interazioni possono avvenire in base a quello che il giocatore dice senza che ci sia da scegliere tra opzioni prestabilite. Trattandosi però di una tecnologia che sfrutta l’intelligenza artificiale, quello che diventerà importante non è tanto quanta immersività sarà in grado di produrre ma il modo in cui l’intelligenza artificiale alla base di tutto sarà stata addestrata.