Come possono i videogiochi influenzare lo sviluppo del cervello durante fasi delicate della vita come infanzia e adolescenza?
In molti pensano che i videogame tolgano spazio ad altre esperienze (come giocare all’aria aperta) e che rappresentino un’influenza negativa durante l’infanzia e l’adolescenza, ma questo non è del tutto vero, a dirlo sono esperti del settore… Del settore medico, non videoludico! A parlarne è infatti il Dr David Greenfield, assistente professore di psichiatria presso l’University of Connecticut School of Medicine (e fondatore di un centro di assistenza per dipendenze da internet), che cerca di chiarire molti dubbi.
Secondo Greenfield i giocatori sono gratificati da un grande aumento di dopamina, che avviene durante il gioco. Questo può influire sul cervello che, di conseguenza, rallenta la produzione del neurotrasmettitore, causando un abbassamento generale dei livelli di dopamina e portando a diversi sintomi.
Greenfield paragona la struttura di gratificazione dei videogiochi a quella delle slot machine. I genitori dovrebbero fare molta attenzione a quale tipo di videogame i figli stanno utilizzando, stabilire confini e comunicare il più possibile con i giovanissimi videogiocatori.
Non è tutto: Greenfield non è un sostenitore della teoria che vede i videogame solo come influenza negativa, e afferma che nonostante le conseguenze che le variazioni di dopamina possono avere sulla vita del giocatore (soprattutto su quelli in via di sviluppo come gli adolescenti o i bambini) ci sono anche potenziali reazioni positive agli stimoli videoludici. Alcuni videogiochi possono, ad esempio, aumentare la capacità di multitasking, oppure sviluppare la capacità del cervello di processare le informazioni visive in modo veloce.
Tom Hammer (ricercatore del dipartimento di psichiatria dell’ Indiana University School of Medicine) ricorda come una delle cose più importanti sia senza dubbio continuare a monitorare il comportamento dei giovanissimi, poichè rappresenta un fattore molto indicativo. Non è necessario essere sempre essere rigidi, ad esempio se un bambino ha una vita sociale normale non è detto che debba essere limitato nell’utilizzo dei videogame.
Hammer conclude con un paragone piuttosto performante: “Chiedere quali siano gli effetti dei videogiochi è come chiedere quali siano gli effetti del mangiare cibo. Giochi diversi portano a differenti reazioni, possono avere effetti benefici oppure no, dipende dalla situazione”.
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