Presto per dirlo, ma la netta sensazione è che la nuova intelligenza artificiale figlia di OpenAI, sta in un certo qual modo segnando un’epoca.
L’arrivo di ChatGPT, quell’incredibile prototipo di chatbot basato su intelligenza artificiale e machine learning specializzato nella conversazione con un utente umano, che tanto sta facendo discutere (sia in termini positivi, sia in negativo, leggasi il divieto nella scuola comunale di New York, in quanto aiuterebbe gli studenti a imbrogliare), sta cambiando tutto.
In una mossa che potrebbe cambiare il modo in cui più di un miliardo di persone scrive documenti, presentazioni ed e-mail, Microsoft ha infatti ha in mente di ispirarsi proprio al chatbot di OpenAI per “passarlo in Word, PowerPoint, Outlook e altre applicazione, in modo tale che i clienti possano generare automaticamente testo utilizzando semplici istruzioni, secondo una persona con conoscenza diretta dello sforzo. Immaginatevi delle istruzioni e poi il relax, tanto a scrivere sul Word ci pensa il suo concept di microsoft, sarebbe qualcosa di incredibile, che rischierebbe perfino di relegare in seconda posizione la persona umana. Certo, fra il dire e il fare c’è di mezzo il Mare Magnum delle problematiche e criticità proprie dell’Intelligenza Artificiale, utile sì ma non infallibile.
Da più di un anno, comunque, gli ingegneri e i ricercatori dell’azienda multinazionale d’informatica di Redmond, creata da Bill Gates e Paul Allen nel 1975, stanno lavorando alacremente per creare strumenti di intelligenza artificiale personalizzati per la composizione di e-mail e documenti, applicando i modelli di apprendimento automatico di OpenAI ai dati privati dei clienti.
L’idea embrionale di Microsoft è quella di sviluppare metodi ad hoc, diciamo universali, per addestrare questi modelli sui dati dei clienti, senza che trapelino ad altri clienti o cadano nelle mani di malintenzionati, nel segno supremo di sua maestà privacy.
Così, mentre sembra praticamente certa l’integrazione di ChatGPT in Bing, quel motore di ricerca sviluppato proprio da Microsoft, nato dalle ceneri di Live Search, su cui da Redmond ci stanno puntando molto, ecco la nuova idea, avvalorata anche dall’autorevole The Information, secondo cui Microsoft avrebbe davvero l’intenzione di utilizzare l’intelligenza artificiale di OpenAI, nella suite di Excel. Si partirebbe da Word, per cui ci sarebbe già una versione embrionale made in GPT per potenziare la funzionalità di completamento automatico del testo. Word un’apripista, un punto di partenza, poi l’effetto go down: excel, PowerPoint, outlook. Poi? Poi chissà, un passo alla volta.
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