Se sei un maestro dei Soulslike allora ti consigliamo di avviare questo nuovo videogioco e vedere come te la cavi.
Negli ultimi decenni il medium videoludico si è evoluto sempre di più, cambiando continuamente forma e contenuto. I titoli che anche soltanto trenta anni fa venivano pubblicati erano molto diversi rispetto a quelli che vediamo oggi. Una evoluzione continua, graduale, che ha dato sempre maggiore peso a quello che potevano e significavano i videogiochi.
Si è passati da due semplici linee di pixel che si lanciano una pallina, formata da un altro pixel, a titoli articolati e complessi sotto tutti i punti di vista come un The Last of Us parte 2. Un videogioco che non solo è graficamente incredibile e tecnicamente imponente, ma che cambia le regole della narrazione, costringendoci a fare delle cose che non vorremmo assolutamente fare.
Poi ci sono titoli come Undertale, che malgrado la presentazione grafica assai minimal ma estremamente piacevole, tocca dei temi complessi e controversi, facendoci fare domande esistenziali. E ancora prodotti come i Soulslike, che ci mettono contro il più grande nemico che conosceremo mai: i nostri stessi limiti.
Ormai è nota la frustrazione e la rabbia che si provano giocando a titoli come Elden Ring, Dark Souls, Sekiro, Bloodborne e anche nei prodotti che imitano questo modello come Lies of P. e in parte nel recentissimo Enotria. Sono videogiochi che hanno fatto proprio di questa continua rabbia e del fatto che il giocatore muoia continuamente il proprio punto di forza.
Muori continuamente, perdi spesso, sentiti frustrato. E dal dolore migliore, per diventare non solo un giocatore superiore ma in qualche modo anche una versione di te stesso migliore. Il titolo di cui vi parliamo oggi invece non ha questo senso di progressione, anzi. E’ soltanto dolore, frustrazione, rabbia e un senso di futilità e che vi piegherà piano piano, fino a spezzarvi. Come questo nuovo mix tra Sekiro e Black Myth Wukong.
Stiamo parlando di The Game of Sisyphus. sviluppato e pubblicato da Cream. Il prodotto ci mette nei panni del famoso personaggio della mitologia greca che, dopo aver raggirato più volte in varie occasioni gli dei, ne suscita l’ira funesta e una punizione terribile: essere condannato a spingere un grosso masso su una montagna per sempre.
E così è anche il videogioco, in cui noi, nei panni di Sisifo, dovremo spingere massi di diversi materiali e con diverse proprietà fisiche sulla montagna, tra ostacoli e trappole varie. Appena avremo raggiunto la meta, gli dei spingeranno il masso di nuovo giù, costringendoci a ripetere infinitamente questo percorso. Dolore, frustrazione e nessuna ricompensa: è peggio dei Soulslike.
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