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Fuorigioco

La RAI si impegna contro la pratica razzista del blackface

Il blackface non sarà più inserito nei programmi della Rai, questa la volontà espressa dai dirigenti a seguito dell’appello dello scorso gennaio di diverse associazioni.

La RAI si impegna contro la pratica razzista del blackface (foto: youtube)

 

Blackface, cosa che a noi potrebbe non dire nulla, è in realtà una forma di denigrazione che, per fortuna, non troverà più posto nei programmi Rai. Questo l’impegno dell’emittente di servizio pubblico. Ma qual è il problema del blackface? E perché bisogna smetterla di reiterare questa pratica coloniale e razzista?

Il blackface è quella scelta, televisiva o cinematografica o pubblicitaria, per cui si prende un attore non afrodiscendente e gli si trucca la faccia con un fondotinta molto scuro perché sembri di origine africana. Si tratta di una pratica diffusa da prima che nascesse il cinema muto ma che è sempre stata utilizzata, in maniera consapevole o meno, per denigrare le persone di colore e rappresentarle come macchiette.

Per questo motivo, diverse associazioni hanno chiesto alla Rai di prendere un impegno ufficiale per bandire il blackface dai programmi che mette in onda. Caso più recente dell’utilizzo di questo espediente è stata una puntata della versione italiana di Tale e Quale Show, format di origine spagnola, nella quale Sergio Muniz ha interpretato Ghali con la faccia colorata.

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Blackface: una questione di diritti civili

La RAI si impegna contro la pratica razzista del blackface (foto: youtube)

Il problema del blackface non è tanto un non nero che finge di essere nero, ma è tutto il portato di razzismo e colonialismo che questo espediente del trucco si porta dietro. Si potrebbe notare che è stato utilizzato anche, per esempio, da Totò. Ma questo non può farci chiudere gli occhi di fronte al fatto che si tratta di una caricatura aberrante. Una caricatura nata nella cultura americana, o forse anche prima, e che serviva a spaventare i bambini e a far ricadere la colpa di atti violenti sulle persone di colore.

Per questo motivo, anche a seguito del Movimento Black Lives Matter, molti di quelli che recentemente o meno hanno utilizzato questo mezzuccio e si sono “travestiti” da persone di colore si sono scusate. Altri non l’hanno fatto. L’importante, in questo caso, è che ci si renda conto che, con le parole dello stesso Ghali “Il blackface è condannato ovunque specie in un anno come questo (…). E’ una cosa di cui lo spettacolo non ha bisogno“.

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Nello specifico, ci sono diverse associazioni che hanno chiesto ripetutamente alla Rai di smetterla di utilizzare il blackface nei suoi programmi. È notizia recentissima che le associazioni che hanno inviato un appello alla Rai, Lunaria, italiani senza cittadinanza, Arci, Cospe e Razzismo Brutta Storia, hanno ricevuto una risposta dai dirigenti del Servizio Pubblico con la quale i dirigenti si assumono l’impegno per evitare che la pratica del blackface possa ripetersi e a far sì che quella del blackface diventi una consapevolezza diffusa a livello dirigenziale.

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La RAI si impegna contro la pratica razzista del blackface (foto: youtube)
Valeria Poropat

Sono Valeria e adoro la tecnologia e la parola scritta. Dopo la maturità classica ho studiato lingue presso La Sapienza di Roma e sono specializzata in traduzione e transcreazione. A un anno e mezzo ho incontrato un Commdore 64 e a otto anni ho deciso che avrei fatto la giornalista. Alla fine, ho trovato il modo di mettere tutto insieme e ho scoperto nel mondo dell'informazione tech il mio ambiente naturale. Mi occupo di tutto ciò che è tecnologia, con una predilezione per i videogiochi e le innovazioni che sono in grado di migliorarci la vita.

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