RDR2 sarà utilizzato dal professor Olsson come materiale di supporto per il suo corso. Lo abbiamo intervistato per voi.
La notizia è circolata ovunque e sta facendo discutere molto, polarizzando l’opinione pubblica. Un professore di storia della Università del Tennessee di Knoxville ha annunciato che quest’anno il suo corso utilizzerà i videogiochi come materiale di supporto per imparare e per riflettere su argomenti legati ad un preciso periodo storico. E per farlo ha scelto di utilizzare uno dei videogiochi più apprezzati del mondo, tra i più alti esempi di quello che è capace questo medium: Red Dead Redemption 2. Attraverso gli occhi di Arthur Morgan, il pionieristico professore Tore Olsson, esperto della storia del 1900, vuole creare un corso nuovo e interessante, per stimolare gli studenti universitari. Curiosi e affascinati da questa iniziativa, che speriamo possa suscitare l’interesse di altri professori, magari anche italiani, abbiamo deciso di contattare proprio il professor Olsson. Ecco cosa ci ha raccontato sul suo corso, intitolato “Red Dead America”.
Qual è stata la risposta dei dirigenti della University of Tennessee di Knoxville quando ha presentato il suo corso e la sua idea di utilizzare anche i videogiochi?
“Quando ho presentato per la prima volta di questo tipo di corso ai responsabili del mio dipartimento, ho parlato di come centinaia (se non migliaia) dei nostri studenti amino i videogiochi. E del fatto che approccino alla storia soprattutto tramite questo medium. Ho quindi sostenuto che fosse sciocco il fatto che non stessimo capitalizzando questo interesse! Come speravo, i piani alti del mio dipartimento sono stati molto aperti alla proposta, e mi hanno incoraggiato a provare. Vedi, è necessario comprendere la situazione. Negli ultimi quindi anni circa, negli Stati Uniti d’America, c’è stato un drammatico calo nel numero degli studenti iscritti a corsi di storia, in quanto c’è tanta enfasi, socialmente parlando, sulle facoltà STEM (Science, Technology, Engineering, Mathematics). Per questo noi storici (e anche altri umanisti) ci troviamo sempre a dover riflettere su come attrarre più studenti. Per questa la scelta di utilizzare i videogiochi inizia dalla crisi in corso”.
Come storico che sensazione prova giocando dei titoli che fanno della storicità il loro punto di forza come Kingdome Come, Assassin’s Creed, i Total War e gli Hearts od Iron? Riesce a superare le inesattezze e a godere delle cose che sono giuste?
“Mi piacerebbe rispondere meglio a questa domanda, ma purtroppo non ho giocato a nessuno di questi titoli. Giocavo tantissimo col pc quando ero alle superiori negli anni 90, ma ho smesso di giocare quando mi sono iscritto all’università. Sono tornato a giocare quando è cominciata la pandemia di Covid-19. Per ora ho giocato soltanto a Red Dead Redemption 2, The Witcher 3 e Cyberpunk 2077. E soltanto il primo è prettamente storico. Quindi ho ancora tanto da imparare e sperimentare!”
Quali sono gli elementi storicamente più accurati di Red Dead Redemption 2?
“Quello che amo di più dei giochi della serie Red Dead Redemption è come mettano la storia e la sua drammaticità a margine di tutta l’avventura. Ad esempio in Rhodes, il modo in cui i ricordi della Guerra Civile permeano la città e le sue strutture, con un memoriale dei Confederati al centro della città e le gang locali che continuano ad indossare uniformi militari. Tutto questo non è lontano dalla verità, anzi. Infatti nel Sud dopo la Guerra Civile, i bianchi iniziarono un culto quasi religioso verso la cosiddetta Lost Cause (Causa Persa, ndt). E che quindi la guerra non fosse stata combattuta per gli schiavi, che c’era dell’onore, che era per una nobile causa.
E infatti era proprio durante gli anni successivi al 1890 che la maggiroanza dei monumenti ai Confederati vennero eretti, proprio mentre i bianchi del Sud stavano costruendo le strutture e le regole della segregazione Jim Crow. Questo culto della Lost Cause era ovviamente costruito su delle bugie, e il videogioco tratta di questo argomento. Durante il corso esploreremo molto più approfondidamente questo aspetto. Ma ci sono innumerevoli esempi di come il gioco rispecchi la realtà storica, come il venditore razzista che a St. Denis che propina letteratura razzista su basi pseudoscientifiche. Era un vero fenomeno del tempo. Ovviamente il videogioco è fatto per intrattenere e non per educare, e quindi non dovrebbe mai essere usato come un preciso specchio sul passato. Ma è certamente un collegamento interessante, per creare un confronto”.
Crede che in futuro i videogiochi possano essere largamente utilizzati nelel università e nelle scuole come per l’insegnamento? Magari come una versione 2.0 dei vecchi seriuous games come lo storico The Oregon Trail?
“Non posso che sperare che sia così! Fino ad ora gli storici sono stati piuttosto riluttanti nell’interfacciarsi con i videogiochi. Facciamo un buon lavoro con con i film e le serie tv, ma c’è questa idea condivisa tra gli storici che i videogiochi siano soltanto un mezzo frivolo per l’intrattenimento e quindi qualcosa da cui stare lontani. Per esempio appena ho finito Red Dead Redemption 2 non vedevo l’ora di scoprire come gli storici degli Stati Uniti dell’Ovest e del Sud avevano percepito il gioco. Ma dopo varie ricerche, purtroppo non ho trovato praticamente niente, silenzio totale! Credo che se vogliamo arrivare bene agli studenti dobbiamo incontrarli dove sono“.
Online ci sono diversi commenti e post di persone che ritengono questa iniziativa inutile e pericolosa. Si afferma che la scuola sia una cosa seria, non un posto per parlare di un passatempo come i videogames. Che ne pensa di queste posizioni?
“Anche io ho letto quei commenti e li trovo molto intrattenenti! Mi aspettavo che altri storici muovessero delle critiche, ma in realtà le critiche sono arrivate dai videogiocatori o da persone comuni. Non me lo aspettavo, e la cosa mi diverte! Devo dire che la risposta alla mia iniziativa è stata soprattutto positiva. Coloro che muovono queste critiche non comprendono esattamente quale sia la natura dei mie insegnamenti. Parliamo di un corso che sarà complesso e assolutamente tradizionale. Certamente Red Dead Redemption sarà utilizzato come un modo per avvicinare gli studenti a questo tipo di insegnamento. E utilizzeremo dei video e delle immagini dal gioco per muoversi tra gli argomenti e fissare i concetti. Ma sarà comunque un corso difficile, dove affronteremo temi complicati come il razzismo, la guerra, il sessismo, il classismo, ecc. L’insegnamento sarà svolto soprattutto attraverso conferenze e spiegazioni, ma anche con letture impegnative e scritti da affrontare“.
La redazione di Videogiochi.com ringrazia il professor Tore Olsson e gli augura buona fortuna per il suo corso. Seguiremo molto fa vicino la sua iniziativa e terremo aggironati tutti i nostri lettori.
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