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RECENSIONE – Children of Silentown: un sogno angoscioso

Abbiamo avuto modo di giocare in anteprima Children of Silentown, il nuovo punta e clicca prodotto dal team di sviluppo italiano Elf Games in collaborazione con Luna2 Studio e distribuito da Daedalic Entertainment.

Ci piace sempre avere la possibilità di toccare con mano prodotti nostrani e indipendenti e abbiamo trovato in questo titolo diversi spunti positivi. Quando si deve costruire un punta e clicca si hanno a disposizione diverse strategie a seconda di quanta cattiveria si vuole riversare su giocatori e giocatrici e il titolo di Elf Games dimostra, con questo gioco come pure con il precedente Little Briar Rose, di avere un proprio modo di concepire i videogiochi.

Children of Silentown (videogiochi.com)

Nel corso del 2022 appena concluso ci sono capitate diverse avventure di questo tipo e ognuna ha gestito gli enigmi, sia nella costruzione sia nella soluzione, a modo proprio. Segno che anche nellla struttura apparentemente semplice del punta e clicca in cui ciò che occorre fare è guardare e poi pensare c’è spazio per una buona dose di creatività. Children of Silentown mostra di avere una sua idea su che cosa significhi propinare un enigma per poi mettersi lì e guardare, con aria compiaciuta, il giocatore che si arrovella il cervello in cerca della soluzione. Ma se questo suo compiacersi del tempo che i giocatori sono costretti a passare con i suoi enigmi sia un bene o un male dipende poi dalla disposizione del singolo giocatore.

Children of Silentown, forse fin troppo silenzioso

La storia che tiene in piedi il punta e clicca prodotto da Elf Games e Luna2 Studio è una favola dark. Anche se forse dark non rende perfettamente l’idea. A ben guardare, infatti, al netto delle versioni sdolcinate della Disney, le favole, quelle vere, hanno tutte elementi che sono pensate per far spaventare i più piccoli raccontando che esistono forze negative con le quali occorre fare i conti. Non siamo quindi di fronte a qualcosa di diverso dalle favole autentiche in cui lupi, streghe, orchi e via dicendo esistono. Una scelta interessante e che ci è piaciuta.

Children of Silentown (videogiochi.com)

Volendo trovare qualche similitudine più specifica potremmo dire che siamo di fronte a una sorta di rilettura di Cappuccetto Rosso, in cui però la protagonista non sembra intenzionata a entrare effettivamente nel bosco quanto a scrivere un trattato sul Lupo Cattivo. E la cosa ci ha lasciato decisamente perplessi. Neanche lo stile, che ricorda Tim Burton ma non in modo memorabile, aiuta più di tanto a superare l’impressione che siamo di fronte a un gioco che in realtà non parte mai. Per godere effettivamente della storia e dell’ambientazione di Children of Silentown, a nostro avviso, sarebbero stati necessari altri capitoli e almeno il raddoppio del tempo di gioco.

Enigmi prêt-à-porter

Non vogliamo raccontarvi la storia di Children of Silentown dato che, nonostante la dimensione un po’ ridotta e il finale che non sembra essere del tutto soddisfacente, è su questa che si basa tutto ciò che la piccola protagonista fa ed è quello che tiene insieme il gioco. Quello che però ci è piaciuto, ma non del tutto, e che ci porta a entusiasmarci, ma non come avremmo voluto per questo punta e clicca, sono proprio gli enigmi e le tre tipologie principali di minigiochi cui siamo stati sottoposti. Minigiochi che non hanno aiuti di sorta, il che significa che l’unico modo per superarli è provare e riprovare. Una decisione coraggiosa ma che rischia di non produrre quel senso di urgenza cui forse i developer puntavano quanto più una sensazione di rassegnazione e di speranza che a forza di girare e rigirare i pezzi (e non vi diciamo che pezzi) qualcosa debba succedere.

La scelta di affidare a questi minigiochi lo sblocco di alcuni elementi, la scala ridotta dell’esperienza, le cutscene gestite come un fumetto interattivo, ci hanno dato l’impressione di un titolo che forse funzionerebbe meglio come titolo mobile che non come titolo da console, il cui pubblico si aspetta esperienze diverse e più corpose anche nei punta e clicca. L’opera di Elf Games ha tutte le carte in regola per essere avvincente ma poi si perde lasciando con l’impressione di aver giocato con il prologo, con l’inizio di una bella storia, e non con il gioco completo. Avremmo voluto qualcosa di più.

VOTO 6.5

PRO

  • Una storia interessante…
  • Personaggi carini…
  • Enigmi senza aiuti…

CONTRO

  • …raccontata troppo in fretta
  • …ma per i quali non si prova attaccamento
  • …che si mettono di traverso

 

Valeria Poropat

Sono Valeria e adoro la tecnologia e la parola scritta. Dopo la maturità classica ho studiato lingue presso La Sapienza di Roma e sono specializzata in traduzione e transcreazione. A un anno e mezzo ho incontrato un Commdore 64 e a otto anni ho deciso che avrei fatto la giornalista. Alla fine, ho trovato il modo di mettere tutto insieme e ho scoperto nel mondo dell'informazione tech il mio ambiente naturale. Mi occupo di tutto ciò che è tecnologia, con una predilezione per i videogiochi e le innovazioni che sono in grado di migliorarci la vita.

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