Fare un secondo gioco come studio indipendente dopo che il primo è stato un successo sorprendente non è mai facile ma quello che Digixart Entertainment a nostro avviso è riuscito a creare con Road 96: Mile 0 è il sogno di tanti anche più blasonati studi di sviluppo.
Perché viviamo, e non cerchiamo di nasconderlo, in un mondo in cui le idee originali, il cambiamento dello status quo, il rischio sono sempre guardati con una più che generosa dose di dubbio. Basta guardare a quello che succede nel vicino mondo del cinema. In questi giorni al botteghino quello che fa i veri numeri è un film costruito tutto su un videogioco che conoscono pure le pietre. Qualche settimana fa ha sbancato il nuovo capitolo di una saga, bella e pirotecnica, che ci portiamo dietro da diversi anni e che è quindi estremamente collaudata.
I videogiochi più di successo vanno avanti con secondi capitoli, terzi capitoli, remake e edizioni remaster che non aggiungono nulla o quasi all’esperienza originale. E allora, verrebbe da chiedersi, anche Road 96: Mile 0 è un prequel, un secondo gioco. Eppure Digixart Entertainment si è preso un bel rischio andando a cambiare tutte le dinamiche principali che ci avevano fatto innamorare di Road 96. E il risultato è che noi ci siamo innamorati di nuovo. Come quando la tua metà torna a casa con un cambio di capelli che non ti aspettavi.
Il prequel alias secondo gioco della saga di Road 96 si muove nello spazio sfruttando tutte le direzioni. Eppure lo fa rimanendo in realtà in una zona molto circoscritta. Perché se il primo Road 96 ci spingeva ad uscire, ad allontanarci, ad andare in profondità fino a superare il confine di Petria e raggiungere così l’agognata libertà, Mile 0 è più un viaggio rivolto all’interno che si muove secondo i quattro punti cardinali sulla mappa non soltanto dei luoghi fisici che si attraversano e si esplorano ma anche su quella mappa sempre improvvisata che sono i rapporti umani. Se vi è piaciuto il gusto retrò del primo gioco qui il rimando c’è ed è ancora più forte. E in particolare una sottolineatura ulteriore del periodo della ribellione e del movimento punk.
Road 96: Mile 0 è un gioco molto punk. Ci sono graffiti da disegnare, poster inneggianti al potere costituito da strappare e poi ci sono intere sezioni di gioco che si reggono tutte sulle rotelle di uno skateboard. Caos che sobbolle ed esplode incomprensibile per chiunque sia fuori. E come al solito cerchiamo di non spoilerarvi nulla dell’esperienza ma solo di trasmettervi le emozioni che abbiamo provato mentre giocavamo. Ma non possiamo non parlare per qualche minuto proprio della scelta di rendere il mondo di Road 96 estremamente più frenetico, almeno in alcuni punti. Una frenesia molto moderna nello scegliere la modalità di uno pseudo endless runner con lo skateboard per accompagnare il pensiero in evoluzione dei protagonisti. Flashback, rivelazioni, tutto ciò che sarebbe stato frutto di un lunghissimo dialogo oppure di una esperienza ancora più indietro nel tempo si trasforma invece in una corsa sullo skateboard con tre tasti da utilizzare e adrenalina a palate. Per un gioco che è il secondo capitolo di una serie che si è proposta invece al mondo in maniera molto tranquilla e rilassata, trattando sempre comunque tematiche importantissime, questa scelta così adrenalinica potrebbe sembrare un controsenso ma è proprio guardandola dalla prospettiva della ribellione e dei punk che assume la sua dimensione.
Rispetto al primo Road 96 dove il personaggio che vi capitava in mano era pressoché trasparente, in Mile 0 si prende possesso di due personaggi che invece hanno nome e cognome. E uno dei personaggi è proprio quella Zoe che suona Bella Ciao trapassando i timpani. La figlia del ministro del petrolio. L’altro personaggio, per poter vedere il mondo da tutte e due i punti di vista, è Kaito. Kaito di per sé non esiste nel primo Road 96 ma non si può non immaginare che sia amico di qualcuno di quei ragazzi impersonati da noi che giochiamo e che, lasciati non alla base della piramide sociale ma nel sottoscala della piramide sociale, cercano di andarsene.
Volendo aprire una parentesi tecnica il gioco meriterebbe qualche piccolo aggiustamento soprattutto nella gestione dei modelli tridimensionali ma sono sottili quisquilie che potete ampiamente ignorare. Mile 0 sembra un po’ più caotico rispetto al Road 96 originale ma è, come il primo gioco, un titolo che si assapora facendo più volte il giro. Esattamente come quando si fanno i trick sullo skateboard: il trucco è tornare indietro e ricominciare.
PRO
– Il cambio delle meccaniche
– Il ritmo variabile
– la possibilità di giocarlo senza conoscere Road 96
CONTRO
– Qualche sbavatura tecnica
– Un po’ confusionario a volte
Ricordiamo che Road 96: Mile 0 è disponibile su PC, Xbox PS4/5, Nintendo Switch
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