Recensione del primo lavoro di Reburn: La Quimera è un’esperienza manchevole sotto ogni punto di vista e non sorprende che sia stata bloccata, anzi.
Era il 27 febbraio quando dal nulla venne presentato La Quimera, un nuovo FPS dall’ambientazione sci-fi che metteva fin da subito in chiaro a costa stesse puntando: lasciare tutti appagati con una grafica curata e un gunplay duro e soddisfacente. Sembrava un annuncio perfetto per me, nel giorno del mio compleanno. Io che sento la mancanza di Killzone, di Resistance, di Crysis, e sogno un Bulletstorm 2 ormai da tempi immemori.

Vedere un titolo single player, o che al massimo si potesse giocare con amici in modo cooperativo, e non l’ennesimo live service caotico e predatorio, sviluppato da Reburn (ex 4A Games Ucraina che hanno lavorato a Metro) mi aveva fatto sperare in un titolo che potesse avere quel gusto retrò che tanto ci piace, meglio se con una cucchiaiata di novità. E invece…
La storia confusa e i personaggi dimenticabili di La Quimera
La storia di La Quimera è tanto convulsa quanto semplice, e soprattutto assolutamente poco impattante durante l’avventura. Pensata da Nicolas Winding Refn (che ci ha regalato Drive e The Neon Demon tra le altre cose, e che presta il volto al toccante Hartmann di Death Stranding), qualcosa deve essere andato terribilmente storto nel momento di metterla in scena.

Il giocatore veste i panni di un uomo qualsiasi che prova a svoltare in un mondo distrutto da disastri naturali e umani, che cambiato gli equilibri mondiali. Così si viene catapultati nella zona di addestramento di una PMC nell’America Latina, una delle tante compagnie militari private che vengono assoldate a turno dai Governi di tutto il mondo e dalle multinazionali del momento per risolvere ogni diatriba.
Da qui c’è una corsa forsennata nel racconto che ci porta tra operazioni chirurgiche di potenziamento con esoscheletri, impianti neurali, scontri tra forza oscure, tradimenti e addirittura esperienze mistiche. Tutto però in un modo estremamente blando, insipido e che non riesce a coinvolgere nemmeno per un secondo il giocatore, che si trascina per le sole tre missioni del titolo sperando possa migliorare di colpo. Spoiler: non succede.
I personaggi presenti nel titolo non fanno mai nulla per essere memorabili e alla fine non si riesce ad empatizzare o odiare nessuno. Il doppiaggio è veramente problematico, con battute recitate in modo poco convincente, ma è molto difficile lavorare con dialoghi del genere.
L’unica che suscita delle emozioni è la giovane Helena Mendoza, le cui battute sembrano scritte da un dodicenne a cui è stato dato il permesso di usare tutte le parolacce che vuole, e che riesce ad infastidire in ogni singola scena (tante) in cui appare.
La Quimera è bello come troppi anni fa
Dal punto di vista tecnico l’esperienza è contraddistinta da diversi bug, suoni non sincronizzati con quello che avveniva a schermo, importanti cali di frame rate. Ma anche glitch grafici di ogni tipo, che sono ben visibili anche solo semplicemente muovendosi di un metro, oggetti che improvvisamente non sono interagibili come alcune casse di munizioni, voci che si sovrappongono in modo fastidioso e frastornante.

Graficamente La Quimera è un gioco bello ma dell’era PS3, e non a caso è stato fatto con il vecchio Unreal Engine 4, con le luci che riflettono in modo innaturale su superfici, materiali e certe volte anche la pelle stessa dei personaggi. Non sempre è facile individuare il nemico, che “si perde” in alcuni ambienti particolarmente monocromi.
Anche gli scontri non sono molto soddisfacenti e spesso all’inizio di ogni combattimento si viene ingiustamente punti perché si sta camminando, con avversari pronti a spararci, lanciare bombe o usare il laser in un attimo. Fortunatamente ad un certo punto si sblocca uno scanner e un’arma che attraversa i muri, rendendo gli scontri assai meno problematici ma anche troppo facili: basta lanciare lo scanner, nascondersi, sparare e via.
Il gunplay è ok. Incomprensibile come il titolo si contraddica sull’aspetto tattico delle armi: nel tutorial viene insegnato ad usare armi convenzionali per fare danni ai nemici e armi EMP per distruggere i droni, ma nella missione successiva si sblocca una mitragliatrice (con un caricatore magnetico spettacolare) che fa danni ingenti ad avversari sintetici e organici nello stesso modo, rendendo il cambio continuo delle bocche da fuoco del primo livello un’esperienza isolata piuttosto che una regola fondante dell’esperienza.
Brevissimo, fortunatamente
La Quimera al momento è composto solo da 3 missioni principali, da vivere in single player oppure in co-op, con l’ultima missione che è stata tagliata con l’accetta e che presagiva la presenza di altro contenuto tagliato. Non è chiaro se gli sviluppatori avessero in mente di rilasciare livelli o meno, ma gli originali 30 euro per 3 missioni che impegnavano il giocatore una manciata di ore, tra l’altro poco divertenti, con una rigiocabilità nulla anche in Co-op, erano davvero tanti.

Da una parte sembra che il titolo dovesse richiamare le glorie del passato come Killzone, Resistance, Crysis, dall’altra però l’hub centrale e la storia così breve quasi farebbero pensare alla voglia di creare un live service o comunque un’esperienza multiplayer da aggiornare continuamente.
Alla fine Reburn ha deciso di rimandare il titolo a data da destinarsi ed è la cosa più giusta, perché l’intera esperienza sembra una sessione di beta testing per la build di un prodotto che è ancora ad almeno un anno dal lancio, se non di più considerata la durata scarsissima. Il problema è che c’è davvero poco da salvare.
Oltre a un’idea generale interessante per la storia, il design delle armi (ancora lode al mitra magnetico), e la voglia di esplorare una parte del mondo poco rappresentata dai giochi più mainstream, tutto il resto che c’è in La Quimera risulta pesantemente insufficiente.
Da questo punto di vista il nome “chimera” sembra perfetto nella sua accezione di “ipotesi assurda, sogno vano, utopia”. Non metterò un voto perché è inutile infierire su un prodotto già ritirato dal mercato.
Buona fortuna a Reburn.
AGGIORNAMENTO 7 MAGGIO 2025 – Alla fine lo studio ha deciso comunque di pubblicare il titolo a 29.99 euro in accesso anticipato. A questo punto devo per forza dare un voto: