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RECENSIONE: Road 96 – giocare on the road in un passato presente

Road 96 è un prodotto indie che mescola sapientemente elementi diversi. Dentro c’è tutto: i ragazzi in fuga aggrappati solo alla speranza e a qualche spicciolo, una terra infarcita delle bugie dei media, la sensazione di poter fare quasi qualunque cosa.

RECENSIONE: Road 96 – giocare on the road in un passato presente (foto: DigixArt)

E c’è stato persino un piccolo scandalo che ha riguardato il rapporto con Facebook. Il motivo? Nelle pubblicità che avrebbero dovuto spargere la voce sul social erano inserite frasi che hanno fatto probabilmente scattare i campanelli d’allarme automatizzati della piattaforma di Zuckerberg.

Perché, benché non sia un videogioco politicamente schierato è innegabile che dentro Road 96 ci sia una realtà che si ispira alla nostra realtà, politica compresa: perché i ragazzi che di volta in volta impersoniamo e con i quali cerchiamo di raggiungere il confine fuggono da una terra che non li vuole. Una terra in cui vince che grida più forte e ognuno pensa per sè.

In pratica, il titolo sviluppato e distribuito da DigixArt, ci scaraventa con forza nei panni di quei profughi che popolano i trafiletti dei giornali. E lo fa con una grazia e una consapevolezza che ci ha sbalestrato per poi ricomporci.

Road 96: infinito ritorno al presente

RECENSIONE: Road 96 – giocare on the road in un passato presente (foto: DigixArt)

In queste settimane abbiamo provato con grande curiosità Route 96, dato che le premesse degli sviluppatori erano altisonanti, con nomi in gioco del calibro di Tarantino per quanto riguarda le fonti di ispirazione.

Dal punto di vista più meramente tecnico, il gioco di DigixArt è un titolo procedurale ma in cui quello che viene reso randomizzato è la storia. E’ decisamente il primo della sua categoria. Ed è, in questo, una versione contemporanea anche di quei famosi racconti a bivi che la facevano da padrone prima che arrivassero i pixel. La differenza con i racconti è che, grazie alla tecnologia procedurale, in pratica non vi troverete a giocare due volte la stessa partita, neanche scegliendo personaggi similari.

Lo abbiamo giocato come giochiamo qualunque cosa che dobbiamo recensire, blocknotes alla mano. E poi ci siamo assolutamente dimenticati di prendere appunti. La colonna sonora è stata la prima a prenderci in giro: pezzi che sembravano vecchie canzoni e che invece abbiamo scoperto essere tracce originali prodotte appositamente come colonna sonora.

Una perla indie

Road 96

Poi, giocando, ci siamo ritrovati a fare le cose più diverse: suonato Bella Ciao con la tromba, giocato a un mini videogioco con i carrarmati creato nel videogioco da uno dei personaggi che è in fuga e che in maniera del tutto casuale abbiamo incontrato un paio di volte.

Abbiamo corso, ascoltato un gigante con la barba raccontarci le sue pene d’amore e sperato di poterlo incontrare di nuovo per capire se alla fine aveva trovato il coraggio di uscire con quella che gli piaceva. Ci hanno ammanettato, ci siamo nascosti sotto un camion.

Abbiamo dormito sui cartoni. Abbiamo mentito alla polizia. Abbiamo rubato. Abbiamo dovuto decidere se mangiare o comprare un biglietto del bus. Abbiamo fatto, insomma, qualunque cosa. Come qualunque cosa si fa per vivere e sopravvivere sulla strada quando tutto quello che vuoi fare è raggiungere il confine, saltare dall’altra parte e ricominciare da capo lontano, si spera, da un Paese in cui i media corrotti raccontano storie solo in base a quanti soldi vedono sul proprio conto corrente.

Road 96: user friendly e contemporaneo

Road 96 Zoe

Un gioco che fa ampio uso del dialogo come questo gioiellino di DigixArt deve sempre avere tutto sotto controllo dal punto di vista linguistico. E anche qui non siamo rimasti che piacevolmente sorpresi: i dialoghi sono puliti, interessanti e tradotti in italiano in un linguaggio assolutamente contemporaneo. Un altro segnale che Road 96 è un progetto davvero curato. Come pure curatissima è la colonna sonora che entra nel gioco in un altro passaggio metamediale sotto forma di cassette (le cassette!). Possiamo trovarle nei, dobbiamo dire rari, momenti di esplorazione libera o più spesso ci vengono date o regalate.

Parlando dei personaggi troviamo tutti  ben delineati, anche se passiamo con loro un tempo limitato, e benché alcuni all’inizio sembrino i classici cattivi, scopriamo poi che come nella vita reale ognuno porta dentro di sé un mondo intero.

Road 96 è qualcosa che dovete assolutamente provare. Con la stessa incoscienza con cui a 15 anni, tirate giù il finestrino e mettete la testa fuori per sentire l’aria che vi sbatte in faccia.

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Noi lo abbiamo giocato su PC con pochi tasti e il mouse e non abbiamo trovato glitch nè bug, anzi, siamo riusciti a giocarci in modo abbastanza fluido anche su una macchina di qualche anno fa. Il che non fa altro che aumentare il numero di persone che possono giocare a questo titolo.

Forse è un videogioco che non avrà un grosso pubblico dato il suo voler narrare più storie e più avventura in un certo modo e con certi tempi, che appaiono lenti in un mondo dove la dieta quotidiana è Warzone e Fortnite. E questo ci rattrista molto.

Ma speriamo, come altri titoli del genere, che anche il lavoro di Digixart possa riuscire ad emergere. A noi ha convinto del tutto, rispettando le premesse e compensando i limiti di un indie con una narrazione profonda, matura e accattivante. Siamo certi che questo titolo, se vi lascerete trasportare soddisferà quella parte del cervello che cerca il pungolo e la sorpresa.

Road 96 esce oggi su PC via Steam e per Nintendo Switch. Fatevi un giro in questo inquietante presente-futuro.

Voto: 9

PRO

  • un’esperienza curata in ogni dettaglio
  • un ibrido tra punta e clicca e racconto a bivi
  • i sottotitoli in italiano spaccano
  • i minigiochi a sorpresa

CONTRO

  • avremmo voluto un po’ più di libertà di movimento
  • sicuramente un titolo di nicchia
Valeria Poropat

Sono Valeria e adoro la tecnologia e la parola scritta. Dopo la maturità classica ho studiato lingue presso La Sapienza di Roma e sono specializzata in traduzione e transcreazione. A un anno e mezzo ho incontrato un Commdore 64 e a otto anni ho deciso che avrei fatto la giornalista. Alla fine, ho trovato il modo di mettere tutto insieme e ho scoperto nel mondo dell'informazione tech il mio ambiente naturale. Mi occupo di tutto ciò che è tecnologia, con una predilezione per i videogiochi e le innovazioni che sono in grado di migliorarci la vita.

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