Slipstream arriva anche su console dopo aver passato un po’ di tempo a girare sui PC. Quello che dovrebbe fare, ovvero farci sentire la nostalgia del periodo in cui in televisione andava in onda Miami Vice e si andava a giocare nelle sale giochi lo fa. Ma ci sono poi alcuni punti ciechi che ci hanno lasciato col dubbio.
L’atmosfera del gioco sviluppato da ANSDOR è decisamente convincente e ben realizzata, qualcosa che vale la pena sottolineare dato che questo è in buona sostanza il suo primo gioco. Ma la fedeltà estrema ai dettami e all’estetica dei giochi del passato lo rende un titolo godibile proprio soltanto se avete voglia di farvi umiliare da una intelligenza artificiale perennemente un passo avanti a voi.
Noi lo abbiamo provato nella sua versione nuova fiammante per Nintendo Switch. Abbiamo esplorato le diverse modalità e apprezzato il fatto che il team di sviluppo si sia dato da fare nel darci ben sei modalità diverse che combinate ai 20 circuiti creati per le corse danno una buona varietà. Ma se mai c’è stato un gioco in cui l’avviso di possibili attacchi epilettici a causa delle luci e dei colori sfarfallanti è qualcosa da prendere davvero alla lettera, questo gioco è Slipstream.
La schermata iniziale di questo gioco ha ricordato a tutti immediatamente alcune di quelle felpe che andavano di moda negli Anni ’90 con le fantasie modello MTV. E tutto il gioco batte tantissimo proprio sulla nostalgia andando a riprendere quella palette cromatica fatta di viola, lilla e verdi impossibili. Per provarlo nella maniera più dura e cruda abbiamo fatto la prima partita senza neanche prendere in considerazione che nel menu principale c’era la possibilità di guardare un tutorial. Ed è stata forse l’esperienza più umiliante mai registrata. Siamo arrivati ultimi, ultimi degli ultimi. Ci siamo cappottati talmente tante volte da trovarlo divertente. E poi non più.
Ma per quanto Slipstream voglia essere divertente si attacca con eccessiva pervicacia ai modelli cui si ispira. Non ci ha disturbato la grafica e i modelli pseudo 3D ma non abbiamo provato un autentico brivido guidando uno dei cinque bolidi messi a nostra disposizione, ognuno con proprie statistiche. I comandi con la Nintendo Switch rispondono abbastanza bene e anche eseguire il famoso drift risulta facile con una combinazione di tasti proprio figlia dei cabinati. Gli sviluppatori hanno lavorato molto affinché il gioco possa essere personalizzato ma nonostante le personalizzazioni lo abbiamo trovato un po’ troppo da mal d’auto.
Nel 2022 i titoli di corse più casual, ovvero quelli che non premono troppo sul pedale del realismo come fanno per esempio Gran Turismo e Forza, sono anche inconsciamente paragonati a Mario Kart. E anche se qui sembra non esserci possibilità di paragone le sensazioni sono effettivamente quelle di un Mario Kart ma senza l’imprevedibilità data dalle casse sparse sul percorso. L’intelligenza artificiale delle auto che corrono insieme al giocatore è poi sempre troppo perfetta e quindi vincere diventa frustrante. Slipstream è esattamente quello che sembra e può piacervi alla follia o farvi saltare i nervi dopo un minuto. Non ci sono vie di mezzo.
PRO
CONTRO
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