Recensione con voto di South of the Circle, walking simulator che parla di amore, scelte e guerra. Mescolando e anche parecchi le cose.
South of the Circle finalmente non è più un’esclusiva di Apple e arriva anche su PC e console. E non possiamo che esserne molto felici. Il gioco ancora una volta riapre la vecchissima discussione che spesso si apre quando si parla di videogiochi che appartengono al genere dei walking simulator e delle avventure grafiche. Sono effettivamente giochi? Se non gioco davvero, ma mi limito a muovere il personaggio su percorsi prestabiliti con limitata possibilità di scelta, sto effettivamente videogiocando? Le posizioni sono diverse, ma meritano un approfondimento a parte. Se però state cercando un titolo che vi emozioni parecchio, anche a costo della “giocabilità”, allora non andate oltre il titolo sviluppato da State of Play Games e pubblicato da 11 Bit Studios.
La narrazione di South of the Circle non è lineare, con continui spostamenti temporali, avanti e indietro in una immaginaria linea temporale. Le tensioni crescenti tra il cosiddetto Primo Mondo, ovvero il gruppo Occidentale dei paesi capitalisti, e il Secondo Mondo, ovvero il blocco sovietico, aumentano di giorno in giorno, col rischio di un terzo conflitto mondiale che cresce spaventosamente. E che ci porterà a schiantarci durante una spedizione “scientifica” verso l’antartico. In South of the Circle, però, la questione assume un’importanza secondaria, addirittura terziaria in certi sensi.
Il protagonista del gioco, o meglio il personaggio che noi interpreteremo, è Peter, un giovanissimo studente di Cambridge che sta man mano imparando a diventare professore, e che sta lavorando ad un grande progetto da pubblicare per poter fare carriera e accedere a posti di rilievo all’interno del mondo intellettuale inglese. L’altra protagonista è senza dubbio Clara, che si trova nella nostra stessa situazione, e con cui man mano crescerà un rapporto scandito da tanti piccoli momenti di dolcezza, di intesa e di dialogo intellettualmente stimolante. Fino ad innamorarcene perdutamente.
South of the Circle non ha di certo un gameplay complesso, con qualche leva da girare e pochi pulsanti da schiacciare, tra una camminata su binari e l’altra. Molto particolare però è la scelta di dare alle risposte che potremo scegliere durante i dialoghi non una descrizione a parole, ma dei disegni, che rievocano emozioni. E così un sole indica una risposta entusiasmante, un rettangolo verde indica una risposta logica e fredda, mentre un grosso cerchio rosso significa una risposta molto preoccupata. La scelta è senza dubbio di grande impatto, anche se, a dire il vero, non sempre molto precisa. Capita di dare delle risposte che non corrispondono perfettamente a quello che avevamo pensato, ed è un un peccato.
Lo stile grafico scelto dagli sviluppatori è semplicemente incantevole. Minimalista, dal tratto leggero, emozionato ed emozionante. Tra cell shading ed impressionismo, qualunque frame di South of the Circle può essere preso e incorniciato, senza temere di sfigurare appeso in salotto. La regia è impeccabile, e gli improvvisi stacchi e transizioni tra scene davvero incredibili. Ottimo anche il doppiaggio, che permette davvero di immedesimarsi nella storia, anche grazie ai dialoghi di alto livello. In particolare è memorabile la performance di Olivia Vinall, che presta la voce a Clara.
Il risultato complessivo è di qualità elevatissima e permette di non perdere l’attenzione e restare attaccati alla storia senza alcuna difficoltà. Il fatto che l’intera avventura, poi, duri una manciata di minuti oltre le 3 ore, ecco che l’intera storia di South of the Circle fluisce in modo piacevole e abbastanza veloce, forse persino troppo. Un’altra oretta non sarebbe stata affatto male per approfondire meglio alcuni aspetti. E questo riconferma la qualità generale di un’opera che è quasi troppo corta, in un momento storico di giochi troppo lunghi.
Senza voler fare troppi spoiler sull’intera vicenda, centrale è l’idea delle promesse e delle decisioni prese durante la vita. Delle decisioni che hanno un peso enorme, per certi versi anche devastante e doloroso. I continui salti temporali ci faranno immediatamente pesare alcune delle nostre decisioni, sbattendoci subito in faccia quello che abbiamo fatto. E il gioco si segnerà tutte le scelte più importanti, che resteranno bloccate e che ci verranno ripresentate ogni volta che ne prendiamo un’altra. Sappiate, però, che il finale è soltanto uno, con piccolissime differenze in base alle scelte prese durante il percorso. E sebbene questa scelta possa frustrare un po’ il giocatore, diminuendo il peso della sua libertà nel titolo, è altrettanto vero che la visione degli sviluppatori è molto potente e si svela, piano piano, in un finale davvero potente.
PRO
CONTRO
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