I titoli che rientrano nella categoria dei gestionali hanno spesso una ambientazione calata nella realtà ma difficilmente capace di generare l’ansia che ha invece lasciato in noi The Pale Beyond.
Ma, prima che pensiate che questa idea di un gioco ansiogeno sia un demerito, occorre fare una premessa per circostanziare in che cosa effettivamente è consistita questa sensazione di dover sopravvivere a tutti i costi e che ci ha dato a tratti di impressione di non trovarci all’interno di un gestionale quanto di un titolo survival, senza l’horror, a meno di non intendere l’horror come ciò che può succedere nella realtà a prescindere dall’eventuale evocazione di creature o esseri sovrannaturali.
Il pregio del videogioco prodotto da Bellular Dtudios e che ha Fellow Traveller come publisher è proprio quello di aver fatto di un’ambientazione reale, realistica e soprattutto plausibile, il nemico numero uno contro cui ci si scontra a ripetizione incrociando le dita e sperando di uscirne più o meno tutti interi.
Questo titolo gestionale e di simulazione prende le mosse, e ci viene detto a chiare lettere prima di iniziare a giocare, dalle esperienze reali di quegli uomini e di quelle donne che hanno fatto delle esplorazioni lo scopo della loro vita e che in alcuni casi si sono spinti là dove nessuno aveva mai pensato che un essere umano sarebbe potuto arrivare. Nel nostro caso: il Polo Sud. Ciò che si apprezza immediatamente di The Pale Beyond è proprio il suo calarsi nella realtà storica della fine dell’800.
Non ci sono derive steampunk, non ci sono incantesimi. C’è solo una accozzaglia di umanità riunita su un pezzo di legno con uno scopo comune. I personaggi, tutti ben caratterizzati anche se a volte di poche parole, dimostrano di possedere proprie personalità e una propria personale agenda. Più che un videogioco sembra di trovarsi di fronte quindi a un enorme romanzo d’avventura, qualcosa che forse avrebbero potuto scrivere se si fossero incontrati Jack London e Ernest Hemingway. Un romanzo in cui la sopravvivenza è messa alla prova mentre l’asticella dell’impossibile sale con ogni grado del termometro che scende.
Le dinamiche prettamente gestionali diventano così via via sempre più complicate dato che, e cerchiamo di non spoilerarvi nulla, dopo l’esperienza sulla nave occorre sopravvivere all’inverno del Polo Sud. Ciò che bisogna fare, in termini di gestione, rimane semplice e si riduce a riuscire a fornire calore, cibo e assistenza medica agli uomini e alle donne che compongono l’equipaggio cercando di bilanciare il disagio. Ma è proprio nella consapevolezza di avere a disposizione una quantità di risorse che diventa sempre più stretta che ci siamo trovati con una sensazione crescente di ansia e insieme abbiamo sentito quella voglia di andare avanti, di arrivare alla boa un’altra settimana, di non perdere un altro uomo per le conseguenze del congelamento.
Le possibilità all’interno del gioco prodotto da Bellular Studios sono diverse e lo dimostra l’albero delle scelte che via via via si disegna in alcuni momenti topici del racconto. Alcuni rami sono brevi, secchi e portano alla morte mentre altri più promettenti, ma ovviamente rendersi conto di quale percorso si è scelto prima di arrivare alla conclusione non è possibile. Per questo motivo il gioco è dotato di una modalità che permette in un certo senso di riavvolgere il tempo e riprovare cambiando di poco il proprio atteggiamento, rispondendo in maniera diversa a una richiesta, decidendo di fare o non fare qualcosa.
Volendo fare una panoramica degli aspetti più tecnici, avendo giocato prima che il gioco fosse effettivamente disponibile abbiamo incontrato alcuni bug nei menu delle risorse ma confidiamo che questi bug verranno risolti nel momento dell’uscita ufficiale. L’interazione con la nave e con il campo approntato sul ghiaccio è qualcosa che poi si impara sul campo, dato che a livello di introduzione e di tutorial Bellular Studios ha ridotto all’osso le interferenze, adottando quindi un sistema per cui per imparare le cose occorre farle, sopportare le conseguenze e eventualmente decidere di tornare indietro e fare qualcosa di diverso. Come dare retta a chi ci dice di provare ad aprire i magazzini prima che la nave venga schiacciata dal ghiaccio.
Un aspetto su cui non abbiamo nulla da ridire è quello artistico: i personaggi, l’ambiente, le animazioni sono gradevoli e tutte rigorosamente fatte a mano. Avremmo voluto guardare in faccia anche il nostro personaggio, Shaw, soprattutto perchè ha una sua corporeità data dal nome e dai dettagli che a inizio gioco scegliamo per lui. E su tutto spicca la colonna sonora che accompagna il gioco con pezzi originali, composti anche a partire da strumenti musicali reali come la concertina che accompagna i marinai nella loro lotta per la vita. Menzione d’onore ai pinguini: una sorpresa che ci ha fatto sorridere e che per un momento ha abbassato il livello di ansia da sopravvivenza che ci ha accompagnato per tutto il gioco.
PRO
– La colonna sonora
– L’ansia reale
– Le dinamiche semplici
– I pinguini!
CONTRO
– Manca un vero tutorial
– Più survival che gestionale
– Manca un ritratto del protagonista
– Non si può saltare nè velocizzare il riepilogo settimanale
Ricordiamo che The Pale Beyond è disponibile su PC a partire dal 24 febbraio.
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