Rekoil
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Rekoil

A volte, in mezzo a produzioni ultracostose, viene da chiedersi se i giochi davvero brutti esistano ancora. Molto spesso, si arriva semplicemente alla mediocrità, e il livello qualitativo dei titoli tende ad attestarsi quantomeno sulla decenza. Magari fosse così, e siamo quasi sollevati nel ritrovare la certezza che la situazione è ben differente. Rekoil ci ricorda infatti che esistono ancora giochi che vengono lanciati senza un minimo controllo qualità da parte del publisher.

Il gioco vi permette di scegliere da sei classi di personaggi, ognuno dei quali ha a disposizione una straordinaria selezione di armi.

In superficie, la premessa di Rekoil è almeno invitante. Uno sparatutto vecchia scuola, senza troppi fronzoli, che fa il verso a classici del genere come Counter-Strike. Trarre ispirazione non è di per sé una colpa, ma lo diventa quando questo avviene senza introdurre almeno qualcosa di nuovo. Di certo la novità non è da ricercarsi nelle modalità proposte: troviamo l’immancabile Deathmatch, disponibile anche a squadre, e che all’atto pratico sarà l’unica che giocherete, dal momento che i giocatori online sembrano disertare tutte le altre. E non basta nemmeno sostituire la classica bandiera con una valigetta per rendere più interessante Capture the Flag. Troviamo poi Dominazione, dove siete divisi in due squadre e bisogna difendere dei punti sulla mappa, e Rekondito, vera e propria caccia all’uomo dove un singolo giocatore deve scappare da tutti gli altri. Il giocatore può diventare invisibile ed è armato solo di un coltello, e quando viene ucciso passerà il testimone a un altro.

Quando entrerete nell’arena online avrete una sensazione di dejà-vu decisamente forte, e vi sembrerà di essere tornati per un attimo ai tempi del primo Counter-Strike.

Il gioco vi permette di scegliere da personaggi appartenenti a sei classi, ognuno dei quali ha a disposizione una straordinaria selezione di armi. Questo permette, almeno sulla carta, di dare vita a un guerriero personalizzato con un’ampissima gamma di sfaccettature. Decisamente, gli sviluppatori non hanno badato a spese in questo comparto, peccato che anche solo navigare questo menu si rivelerà un’impresa per via dei rallentamenti. E i problemi non si fermano qui, ma sconfinano anche nel bilanciamento: il gioco, paradossalmente, è fin troppo equilibrato da risultare squilibrato. Cioè di fatto non si riscontra alcuna differenza tra le classi, parificando il potere di tutte le armi allo stesso livello; alcune armi poi sono stranamente superpotenziate, e naturalmente questo spinge la maggior parte degli utenti a farne uso. Il coltello è un perfetto esempio in questo senso: non solo causa un danno ingente, ma è anche in grado di aumentare la vostra velocità. Questo dà vita a intensi duelli all’arma bianca, che non sarebbero fuori posto in un Assassin’s Creed, ma che qui stonano decisamente.

Rekoil è pieno di paradossi come quello del coltello: quando entrerete nell’arena online avrete una sensazione di dejà-vu decisamente forte, e vi sembrerà di essere tornati per un attimo ai tempi del primo Counter-Strike, con tanto di camper, avversari che corrono e saltano e armi precise al millimetro. Ma l’effetto nostalgia non basta a giustificare la grafica davvero troppo datata, e il gameplay non sembra essersi evoluto minimamente da quegli anni dorati. Anche il level design delle poche mappe disponibili non offre particolari guizzi di genio: le aree sono lineari e sciatte, prestandosi poco all’elaborazione di strategie più di tanto complesse.

In più di un’occasione si è verificato il caso di alcune finestre che scompaiono, che diventavano così il varco perfetto per gli agguati da parte dei nemici.

Gli errori di design hanno spesso del grossolano, ulteriore dimostrazione dello scarsissimo livello di cura che è stato riposto nello sviluppo. Prendiamo per esempio i punti di respawn: in certe mappe la loro posizione è talmente mal congegnata che molte volte ricomparirete in punti pericolosissimi, magari per cadere subito dopo vittima di un cecchino. Altre volte crederete di essere al riparo dietro una copertura, e invece questa sarà completamente attraversabile dai colpi dei vostri avversari. Addirittura, in più di un’occasione si è verificato il caso di alcune finestre che scompaiono, che diventavano così il varco perfetto per gli agguati da parte dei nemici.

In realtà, c’è una giustificazione possibile a un’attenzione così scarsa nel creare queste mappe. Il gioco, infatti, mette a disposizione un ampio editor, attraverso i quali potrete dare sfogo alla creatività e dare vita alle vostre mappe personalizzate. Trattandosi dell’Unreal Engine, siamo di fronte a uno strumento decisamente potente e versatile, anche se ovviamente bisogna avere le giuste conoscenze tecniche per sfruttarlo fino in fondo. La vera questione, però, è perché dovreste sprecare del tempo per creare le mappe di un gioco pieno di bug e decisamente spopolato. Lo volete un consiglio spassionato? Piuttosto, recuperate il caro, vecchio Counter-Strike.

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