Con Vanguard in arrivo tra qualche mese, Remedy riflette sulle sfide particolari che i titoli in co-op pongono agli sviluppatori.
In una intervista, il CEO di Remedy ha voluto dire la sua su quelli che secondo lui sono i problemi possibili per i titoli in co-op. E non sono i server a quanto pare.
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Remedy è famosa per i titoli in single player, quindi la notizia che il suo prossimo Vanguard sia in co-op è di per sé già una notizia. E come chiarito anche da Tero Virtala, il CEO dello studio di sviluppo, i titoli co-op pongono una serie di sfide diverse. La più importante sarebbe la durata del gioco, il suo resistere allo scorrere del tempo e alla concorrenza degli altri titoli.
Quando si costruiscono esperienze di gioco singolo giocatore, il contenuto da proporre è fondamentale, questo il ragionamento di Virtala, mentre nei multiplayer il contenuto non è così importante perchè “la creazione dei contenuti sia questo grande problema perchè gli altri giocatori sono il contenuto: sono sempre lì a creare esperienze nuove, sessione dopo sessione.” In buona sostanza basta dare ai giocatori un buon obiettivo da raggiungere, una bella ambientazione e loro fanno il resto.
Ma i titoli co-op generano altri tipi di problemi agli sviluppatori, primo fra tutti proprio il fatto che non si possano creare contenuti raffinati e che quindi occorre organizzarsi diversamente perchè il gioco sia piacevole e attragga giocatori non solo nell’immediato ma anche nel lungo periodo. “Nei titoli co-op, la sfida è stata spesso quella della ripetitività. Per creare esperienze durature, lo sviluppatore non può affidarsi solo a curare ogni singolo livello e missione unica perchè non è questo un percorso sostenibile.”
E qui arriva la riflessione di Virtala: cercare di unire la storia, qualcosa di cui Remedy ha fatto una sua cifra stilistica, e il modo in cui il multiplayer è pensato e sperimentato dai giocatori. “Avevamo visto che c’erano questioni non risolte riguardo al modo in cui si potesse creare un titolo co-op duraturo. Se possiamo risolvere questi problemi, se possiamo portare il modo in cui raccontiamo storie con l’esplorazione e con l’ambiente, potrebbero essere elementi da usare meglio in co-op piuttosto che nel PvP.”
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Virtala e il suo team sono poi lavoratori instancabili e hanno le idee piuttosto chiare di cosa costituisca per loro un successo e cosa ancora non lo sia. E Control, nonostante 2 milioni di copie vendute, per Virtala, ancora non è.
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