Con l’aumento della consapevolezza del genere umano di quanta sofferenza porti ciascuna bistecca e ciascuna polpetta che impiattiamo ogni giorno, i dati diffusi da Boston Consulting Group certificano che stiamo probabilmente cominciando a virare verso una alimentazione plant based, quindi a base vegetale abbandonando lentamente la carne.
Amanti delle bistecche, delle salsicce o degli arrosticini: attenzione, perché potreste diventare la minoranza. Secondo un report diffuso da Boston Consulting Group e da Horizon Corporation, il menù preferito dal genere umano potrebbe spostarsi dalle proteine di origine animale a quelle di origine vegetale. Si apre l’era della fake meat, la carne vegetale.
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Boston Consulting Group e Horizon Corporation hanno diffuso i dati sul consumo di proteine animali nel 2020 in ambito globale. Si parla di qualcosa come 75 kg di proteine animali a testa. Nello stesso report però si nota anche come si sia registrato un aumento dell’utilizzo delle alternative vegetali alla carne.
Questo trend, che molti ancora vedono come semplicemente una moda o un tentativo assurdo di fare la dieta, è in realtà segno di una consapevolezza che si sta lentamente insinuando in un numero sempre maggiore di persone. Gli allevamenti intensivi, infatti, sono delle vere e proprie fabbriche di dolore per gli animali. Anche chi pensa che mucche, pecora, capre e qualunque altra cosa respiri sia stata creata per nostro solo uso e consumo potrebbe cominciare a riflettere sul fatto che se è vero che devono finire al macello è vero anche che forse non dovrebbero soffrire così tanto prima di arrivarci.
Per questo le alternative plant based, quindi i prodotti che simulano la carne ma che in realtà sono prodotti con funghi, alghe e legumi, stanno prendendo sempre più piede. Sempre nel report riguardo il 2020, sono stati registrati circa 13 milioni di tonnellate di alternative vegetali alla carne consumate su tutto il pianeta. Vedendo questo numero come l’inizio di un trend, Boston Consulting Group e Horizon Corporation fanno una previsione secondo la quale entro il 2035 il consumo di alternative vegetali salirà al 11%, per un totale di 290 miliardi di dollari di spesa.
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Previsioni del report danno anche una serie di possibili tappe il cui punto nodale è il riuscire a fornire non solo un prodotto di origine vegetale che abbia le stesse caratteristiche in termini di apporto proteico di uno di origine animale, ma soprattutto che sia in tutto e per tutto simile alla carne a livello organolettico. Se questo verrà realizzato, e il report ipotizza che si possa fare già a partire dal 2023, il trend del consumo di carne-non-carne potrà salire a livelli veramente altissimi. Entro il 2032, spiega ancora il report, potremmo invece mangiare la carne prodotta in laboratorio a partire da cellule animali ma senza dover macellare nessuno.
Uno dei freni, al momento, è soltanto il prezzo: le alternative vegetali che simulano perfettamente sapore e consistenza della carne hanno infatti un prezzo molto più alto rispetto alla carne normale. Leggermente inferiore è anche, spesso, l’apporto proteico. Ma su questo secondo punto è possibile integrare l’eventuale carente apporto proteico con altre fonti proteiche sempre di origine vegetale.
Il futuro, secondo Boston Consulting Group e Horizon Corporation, è quindi sempre più verde e sempre più etico.
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