Non succede spesso la quando succede bisogna parlarne: questo rimborso per videogiocatori può arrivare a 108 euro. Cosa è successo ma soprattutto a chi vanno chiesti i soldi?
Ogni tanto succede. Non spesso ma capita di vedere un rimborso che arriva ai videogiocatori. Nel passato recente ne abbiamo avuto uno clamoroso che ha riguardato per esempio i 45 euro circa che diversi giocatori di Destiny si sono visti riconoscere perché Bungie aveva sbagliato nel giudicarli cheater.
Ma c’è stato poi anche un altro caso che invece ha riguardato Steam che ha invece deciso tempo fa di accettare i rimborsi per un titolo diventato improvvisamente inutilizzabile. Stavolta non è stata né una piattaforma né un publisher a decidere ma un organo terzo. Un organo che ha riconosciuto un problema e un comportamento poco corretto.
Rimborso ai videogiocatori, publisher costretto a restituire il denaro
Che tante volte i videogiochi diventino purtroppo solo delle gigantesche calamite per quello che c’è dentro il portafoglio è risaputo. Alcune esperienze sono proprio pensate e progettate solo ed esclusivamente per questo motivo.
Certo, offrono anche divertimento ma non si può negare che colossi come Fortnite, Overwatch, i due titoli di MiHoYo e anche il nuovissimo Marvel Rivals abbiano al loro interno alcune meccaniche che stimolano l’acquisto. In alcuni casi lo stimolano in un modo che è stato giudicato scorretto. Il gioco in questione è proprio il battle royale di Epic Games.
La Federal Trade Commission americana ha chiesto a Epic i dati personali di una lunga lista di utenti e questi utenti sono stati ora trasformati in destinatari di un rimborso. La questione è legata a una serie di pratiche che sono state giudicate poco in linea con quello che dovrebbe essere il modo di gestire gli affari.
Per esempio, ci sono stati acquisti non voluti per i quali Epic Games avrebbe comunque riscosso denaro, casi in cui minori avrebbero prodotto acquisti non autorizzati dai propri genitori e impedito ad altri utenti che volevano ricevere un rimborso per acquisti non voluti di poter accedere a ciò che avevano comprato.
Ora tutti questi utenti stanno ricevendo un rimborso che viene calcolato in automatico dall’ente e che arriva a quelli che hanno fatto richiesta entro lo scorso 8 ottobre. La brutta notizia è però che questo obbligo nei confronti dei videogiocatori per ora è purtroppo circoscritto solo ai cittadini degli Stati Uniti.
La speranza però è che dato il modo in cui la Federal Trade Commission americana si è mossa e ha sanzionato alcuni comportamenti scorretti da parte di Epic Games con Fortnite, anche gli enti equivalenti che per esempio operano in Europa si muovano sulla stessa linea, permettendo così anche ai giocatori che hanno subito lo stesso trattamento nei paesi dell’Unione Europea di ricevere a loro volta un rimborso.
Un rimborso che tra l’altro non si traduce in una eliminazione dell’oggetto che è stato acquistato né in una sospensione di qualche tipo del proprio account. Si tratta in pratica di una multa il cui denaro viene rigirato agli utenti.