Abbiamo dovuto controllare il calendario per essere assolutamente sicuri che la notizia riguardo la chiusura delle sale di videogiochi, le cosiddette sale LAN e quelle per gli eSport, non fosse una bufala e ad aiutarci a ricordarci che non è una bufala ci avete pensato voi.
Notizia di qualche giorno fa: Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ha fatto chiudere sale LAN e sale per eSport in tutta Italia a seguito di un esposto presentato da una società che gestisce sale slot. Come ci scrive Ramona, probabilmente qualcuno si è lasciato trarre in inganno dai bip bip e dalle musichette accattivanti se si è riusciti a fare ricadere le sale slot nella stessa categoria in cui rientrano luoghi in cui si può andare per giocare utilizzando l’attrezzatura migliore disponibile a un prezzo accessibile ma in cui tanti fanno semplicemente coworking occupandosi, per esempio, di grafica o di editing.
Ma del resto, prosegue sempre il pensiero di Ramona che sintetizziamo, se abbiamo dato spazio sulla TV pubblica nazionale a una persona che pensa di poter paragonare i videogiochi alla cocaina non ci si stupisce più di nulla. Per questo abbiamo deciso di andare come sempre a cercare di capire meglio come questa assurda storia si sia trasformata da fantasia distopica in critica realtà, critica perché la chiusura delle sale LAN e di quelle per gli eSport ovviamente sta mettendo a rischio lo stipendio di chi in queste sale ci lavora.
Sale LAN e eSport, come si può chiudere una sala videogiochi
L’azione portata avanti da Agenzia delle Dogane e dei Monopoli non è stata una alzata di ingegno di qualche legislatore che, affascinato sempre da quelle storie per cui i videogiochi ci portano ad ammazzare la gente ha deciso per una censura, ma da un esposto che la società Led, che gestisce sale giochi comprese quelle con le slot, ha presentato dichiarando che secondo loro queste sale per videogiochi costituiscono una concorrenza non regolamentata.
Ci siamo quindi andati a leggere l’esposto e, a parte essere incappati in “espost” invece di “eSport” e consoLLe, il succo della questione è che secondo chi ha presentato l’esposto ci sono delle sostanziali sovrapposizioni tra quello che succede in queste sale per videogiochi e quello che succede invece nelle sale giochi gestite, tra le altre, dalla società firmataria dell’esposto stesso. Di conseguenza, si legge sempre nel testo, queste attività svolgono concorrenza sleale a chi invece per poter portare avanti la propria attività deve sottostare a tutta una serie di normative. A nostro modesto avviso tutta la questione nasce in realtà da un problema del legislatore che, con un ritardo che da più fonti e anche a nostro parere è fisiologico in Italia, deve ancora stabilire che cosa si intenda per sale LAN e sale destinate agli eSport.
Perché se pure è vero che nell’esposto risultano delle somiglianze tra la postazione da gaming con il simulatore di guida e la foto del cabinato con il volante e pedali risulta chiaro come nella prima foto difficilmente siamo di fronte a una persona che va solo a passare il tempo in una sala per eSport o in una sala LAN. Molto più facilmente la foto ritrae un Gamer che sta magari facendo allenamento, sperando che come in Francia anche qui da noi in Italia si cominci a guardare ai videogiochi e agli eSport non come alla progenie del demonio ma come a una attività né più nemmeno pericolosa che leggere un libro, guidare un’auto, lavorare a una scrivania 8 ore al giorno per 5 giorni alla settimana.
D’altra parte va riconosciuto che essendo un settore comunque presente e in espansione, andrebbe in qualche modo regolamentato per la sicurezza degli utenti innanzitutto. E non fatichiamo a credere che i possessori di sale LAN e di sale con postazioni per i videogiochi e gli eSport non sarebbero pronti ad adeguarsi a ciò che gli venisse richiesto di fare dalla norma. Ammesso che si riuscisse a scrivere una norma che si ricordasse di eliminare gli elettrogrammofoni e di categorizzare meglio le attività previste nelle sale giochi senza fare di tutta l’erba un fascio e paragonare una postazione LAN a un biliardino.