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Ryse: Son of Rome

Ryse: Son Of Rome è l’assaggio più gustoso di quello che, almeno a livello grafico, ci prospetta la next-gen. Crytek ha deciso infatti di scegliere questa sorta di peplum interattivo per mostrare un po’ di sani muscoli, attraverso una spettacolare ricostruzione bellica.

Esclusiva Xbox One, il gioco alza la media di quanto finora visto su console, a partire da quanto riguarda la modellazione dei personaggi. L’abbigliamento dei soldati è stato ricostruito fin nel più piccolo dettaglio, mentre tocchi di classe come lo scintillio delle armature o i pennacchi di piume sembrano essere la testimonianza che Crytek si stia davvero divertendo alle prese con questo nuovo hardware. Impressionante anche la scala dei livelli e il colpo d’occhio che si riceve una volta entrati nel campo di battaglia, che non comprende soltanto l’obiettivo da colpire ma anche tutta l’ambientazione circostante, inclusi villaggi e paesaggi.

Scatenare una tempesta di fulmini nell’arena è qualcosa che ricorda più God of War che Il Gladiatore, ma fa sicuramente la sua bella figura.

La sensazione sarà quella di partecipare a una sorta di Call of Duty nell’Antica Roma, con scene scriptate dal grande effetto cinematografico e set suggestivi, come palazzi distrutti dalle fiamme che si collassano in un tripudio di effetti particellari. Di grande impatto anche il numero stesso dei soldati mostrati a schermo.
Chiaramente, trattandosi di un titolo di inizio next-gen, è comunque possibile osservare qualche defaillance tecnica, più che altro per quanto riguarda i dettagli, come le ferite sui corpi dei nemici, le animazioni facciali e gli schizzi di sangue, ma in generale il compromesso è buono e si ha davvero l’impressione di prendere parte in prima persona ad una gigantesca mobilitazione militare.

A livello di gameplay, la critica emersa più volte nei confronti del gioco è il pesante affidamento al meccanismo dei quick time event, nonostante recenti dichiarazioni di Crytek li abbiano indicati come realmente difficili da completare. Oltre ai QTE, sarà comunque possibile sconfiggere i nemici in combattimenti all’arma bianca, dove a contare sarà principalmente il tempismo di ogni colpo e la capacità del giocatore di osservare le reazioni del suo avversario. Queste sezioni, per quanto ben eseguite, rientrano comunque nello standard dei giochi d’azione.

La sensazione sarà quella di partecipare a una sorta di Call of Duty nell’Antica Roma, con scene scriptate dal grande effetto cinematografico e set suggestivi.

Dove invece il gioco sfrutta appieno la sua peculiare ambientazione è nelle battaglie, in cui sarà possibile diventare tutt’uno con la legione e proseguire nell’avanzata.
In queste fasi potrete quindi far assumere ai vostri soldati le classiche formazioni dell’esercito romano, come la celebre falange o la testuggine. Alternare queste tattiche è più una questione di ritmo che di sapienza strategica, ma si rivelerà fondamentale nelle fasi di scontro tra eserciti, dove dovrete impedire che i vostri uomini vengano decimati.

Tutto sembra quindi costruito per esaltare i giocatori, sfruttando gli arcinoti stereotipi dell’immaginario legato all’Impero Romano. Servirà questo scopo anche la cooperativa online, chiamata Gladiator, che prende più di una lezione dal multiplayer del classico gioco PS2 Shadow of Rome. Qui, potrete esaltare la folla uccidendo in maniera spettacolare i vostri avversari nell’arena, ancora meglio se eseguendo i colpi finali in coppia con il vostro partner. Più alto sarà il livello di euforia degli spettatori, più soldi potrete guadagnare per potenziare il vostro lottatore. Prima dell’inizio di ogni scontro si potrà infatti customizzare il proprio personaggio con l’equipaggiamento più efficace possibile.

Interessante anche la possibilità di consacrarsi a una delle quattro divinità inserite nel gioco, nello specifico: Giove, Marte, Apollo e Diana. Ciascuna di esse donerà al vostro personaggio perk differenti e non intercambiabili, oltre che una mossa speciale differente, utilizzabile solo dopo aver riempito l’apposito indicatore su schermo. Scatenare una tempesta di fulmini nell’arena è qualcosa che ricorda più God of War che Il Gladiatore, ma fa sicuramente la sua bella figura. Le arene, inoltre, sono disseminate di numerose trappole mortali, oggetti e costruzioni con cui interagire, alcuni dei quali potranno essere inseriti tramite l’applicazione SmartGlass.

Ryse: Son Of Rome ha l’ingrato compito di aprire una next-gen molto avara di esclusive di peso, da entrambi i fronti. Ma, quando c’è bisogno di forza bruta ed effetti speciali senza troppe pretese, si sa, Crytek è uno dei migliori alleati che puoi avere al tuo fianco.

admin

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